La Provincia avvia la procedura di Valutazione Ambientale Strategica e il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. Riguardano ambiente, salute e qualità della vita

 

L'

ambiente in Brianza non può più aspettare. Su questo tema c'è concordanza sia tra gli esperti delegati dalla Provincia di Monza e Brianza per la stesura del piano Valutazione Ambientale Strategica, ovvero l'inizio procedurale previsto per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, sia per le associazioni ambientaliste brianzole, riunitesi in coordinamento per meglio interloquire nei progetti strategici. Il piano attualmente in vigore è datato al 2003, quando ancora la Brianza era inserita nelle provincia di Milano, quindi l'avvio dell'iter di un nuovo piano è il banco di prova della nuova provincia e della ancor giovane macchina del decentramento amministrativo. Esso è la chiave di volta per disegnare una identità strutturale della Brianza e staccarsi definitivamente dalla pianificazione della provincia di Milano.

Durante l'esposizione della bozza di piano, avvenuta lunedì 28 marzo agli amministratori locali, comuni, enti ed associazioni, sono emersi diversi aspetti confermanti la criticità della provincia di Monza, la seconda per densità abitativa in Italia, con anche alcune emergenze ambientali, in particolare nella rete idrica e l'eccessivo consumo di suolo. Negli ultimi dieci anni la popolazione residente è aumentata di ottantamila unità, come se la provincia avesse accolto nel suo territorio l'intera cittadinanza di Como. Questo incremento è dovuto sostanzialmente a flussi immigratori, attratti dall'offerta abitativa proposta dai vari comuni in concorrenza soprattutto con i canoni residenziali di Milano, città che invece ha avuto una tendenza opposta perdendo quasi mezzo milione di abitanti.

 

alt

Presentazione VAS, provincia di Monza e Brianza

 

L'incremento così consistente ha conseguentemente aggravato le problematicità già esistenti, in particolare la mobilità, ormai arrivata a un rallentamento quasi biblico, con croniche code di traffico lungo tutte le grandi arterie viarie. Per tentare di correggere la criticità la bozza di VAS mette in campo alcuni indirizzi strategici: la definizione di aree agricole strategiche, fatta con il consenso dei singoli comuni per ridurre la tendenza al consumo di suolo e contemporaneamente mantenere attività agricole seppure residuali; privilegiare l'aspetto paesistico nella stesura dei PGT comunali, anche in riferimento al piano regionale, come misura per ridurre il degrado a paesaggio suburbano del territorio; l'indicazione a scegliere le aree di trasformazione insediativa privilegiando le aree dismesse, o comunque in aree non staccate dall'abitato storico e in prossimità della rete di trasporto pubblico, misure volte ad aiutare la mobilità pubblica collettiva e quella dolce, bici e mezzi non motorizzati; favorire il miglioramento della qualità dell'edificato soprattutto nella riqualificazione degli insediamenti storici con misure tendenti a migliorare l'abitabilità e il consumo energetico.

Il piano richiede la condivisone dei comuni e soprattutto la consapevolezza degli abitanti. Per questa ragione esso rimane un piano di indirizzi e assume carattere prescrittivo solo per alcuni ambiti, quali la salvaguardia di varchi e corridoi ecologici, la tutela della rete idrica con attenzione ai bacini fluviali. Il territorio brianzolo è infatti solcato da corsi d'acqua che godono la fama di essere i più inquinati in Italia, il Lambro e il Seveso. Anche per quanto riguarda il limite al consumo di nuovo suolo si è preferito proporre di non mettere un limite percentuale, contrariamente a quanto contenuto nella bozza del precedente piano in gestazione con la provincia di Milano, che fissava al 5% il limite massimo. Questa scelta è stata motivata da riscontri oggettivi che hanno creato disarmonia tra le tendenze dei singoli comuni. Il territorio provinciale presenta differenze sostanziali tra le zone centro occidentali, dove l'urbanizzazione raggiunge punte dell'80% e la zona orientale del vimercatese, che conserva ancora ampi spazi agricoli, quindi un limite rigido favorisce la pressione insediativa dove c'è più spazio.

 

alt

Il coordinamento delle associazioni ambientaliste riunito a Seveso

 

Gli autori di Vorrei
Pino Timpani

"Scrivere non ha niente a che vedere con significare, ma con misurare territori, cartografare contrade a venire." (Gilles Deleuze & Felix Guattari: Rizoma, Mille piani - 1980)
Pur essendo nato in Calabria, fui trapiantato a Monza nel 1968 e qui brianzolato nel corso di molti anni. Sono impegnato in politica e nell'associazionismo ambientalista brianzolo, presidente dell'Associazione per i Parchi del Vimercatese e dell' Associazione Culturale Vorrei. Ho lavorato dal 1979 fino al 2014 alla Delchi di Villasanta, industria manifatturiera fondata nel 1908 e acquistata dalla multinazionale Carrier nel 1984 (Orwell qui non c'entra nulla). Nell'adolescenza, in gioventù e poi nell'età adulta, sono stato appassionato cultore della letteratura di Italo Calvino e di James Ballard.

Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.