Anche per Monza e per la Brianza un comitato per i referendum di giugno. Per il bene comune e per la salute
"L'acqua è un bene comune", è stato detto e ribadito per tutta la conferenza stampa convocata dal comitato provinciale referendario su acqua pubblica e nucleare che ha visto la partecipazione anche della Cgil Monza e Brianza nelle vesti, lunedì mattina, di Maurizio Laini (Segretario Generale CGIL Monza e Brianza) e di Dario Pirovano (Segretario CGIL Monza e Brianza).
A pochi giorni dalla manifestazione in piazza, a Roma, la sezione locale del Comitato ha illustrato i programmi e le attività che da oggi al 12 giugno ha intenzione di mettere in campo per informare e coinvolgere i cittadini. Un'opera di sensibilizzazione capillare, “Una nobile battaglia che ci accingiamo ad intraprendere – l'ha chiamata Biagio Catena Cardillo, referente del comitato – Questa è la seconda fase del nostro lavoro, che, augurandoci l'esito positivo del referendum, ci permette di preparare la terza: l'istituzione di una nuova costituente sui beni comuni, una nuova era per la gestione dell'acqua che sia democratica e veda il coinvolgimento della gente comune senza i soliti incompetenti ai vertici”.
Una battaglia da combattere nel quotidiano e sul territorio, “E sul nostro, di territorio – ha voluto precisare Catena Cardillo – La situazione è pericolosa, basti pensare che il valore del ciclo idrico integrato, in Lombardia, è stato stimato attorno al miliardo di euro”.
“Come accade per i rifiuti, anche questo è un settore vergine e appetibile – ha commentato Catena Cardillo – Solo in Brianza si parla di 250 milioni di euro, e la nostra provincia è la prima della regione ad aver votato l'abolizione degli ATO diminuendo così il “potere di decisione” dei sindaci”.
Pirovano, a nome della CGIL, ha posto l'accento soprattutto sulla “questione data” per i referendum, e sul mancato accorpamento “Che avrebbe portato molti risparmi, 350 milioni di euro, soldi che ad esempio avrebbero potuto evitare i tagli alla cultura”. Il ministro Roberto Maroni e il governo hanno infatti recentemente “rimbalzato” la proposta di votare per i referendum in concomitanza con le elezioni amministrative preferendo invece richiamare i cittadini al voto per l'acqua e l'energia nucleare il week-end del 12 e 13 giugno. “Una data difficile e dispendiosa, una scelta che è un esplicito tentativo di bloccare la grande partecipazione popolare risultata evidente anche negli ultimi giorni – ha aggiunto Pirovano - Quando si va a toccare un bene pubblico come l'acqua, o una questione seria come il nucleare e le energie alternative non ci sono colori e partiti che tengano però”.
Una “mossa anti-quorum” che il comitato è pronto a contrastare con una campagna referendaria prima di tutto nelle scuole e nelle piazze, con una mostra itinerante di pannelli che recitano slogan pro-acqua pubblica e spiegano la necessità di utilizzare energie alternative al nucleare, “Di cui la vicenda giapponese ha già mostrato tutti i lati negativi” ha commentato Pirovano.
La Cgil ospita il comitato “Supportando una battaglia referendaria che crediamo valida – ha aggiunto Maurizio Laini – Lavoreremo perchè venga raggiunto il quorum, affiancando il lavoro portato avanti dal comitato nell'opera di sensibilizzazione a Monza e in Brianza e mettendo a disposizione la nostra sede e i nostri mezzi. Siamo convinti che la voce del comitato interpreti il desiderio della maggior parte dei cittadini”.
I quesiti referendari
(dal volantino del comitato provinciale Monza e Brianza per l'acqua pubblica)
Acqua 1 - Votando sì si propone l'abrogazione della norma sulla privatizzazione dei servizi pubblici di rilevanza economica, tra cui l'acqua. Tale norma prevede al momento, come ordinaria modalità di gestione del servizio idrico, l'affidamento a soggetti privati attraverso una gara o l'affidamento a società a capitale misto pubblico – privato (con privato scelto tramite gara e presente almeno con quota 40%).
Acqua 2 – Votando sì si elimina la disposizione che fa dipendere la tariffa del servizio idrico dall'adeguatezza della remunerazione del capitale investito. Ad oggi il gestore ha invece la possibilità di ottenere profitti garantiti sulla tariffa caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% a remunerazione del capitale da lui investito senza alcun vincolo di reinvestimento per il miglioramento qualitativo del servizio
Nucleare – Votando sì si abroga la norma che permette la realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare.