Ci scrive l'esperto Renato Ornaghi: «Forte impatto inibitorio del “nuovo conto energia” fotovoltaico per le aziende di settore, sul nostro territorio»
Riceviamo e pubblichiamo
Con la pubblicazione dei nuovi schemi di incentivo al solare fotovoltaico, resi noti giovedì scorso 5 maggio, appare più chiaro ed è possibile delineare qualche considerazione certa sull’impatto notevole che – a regime – la prospettata riduzione degli incentivi comporterà per le aziende del territorio, operanti a vario titolo nel settore del fotovoltaico.
In Brianza sussistono numerose aziende attive e leader italiane nella produzione, realizzazione, installazione e commercializzazione di impianti fotovoltaici (tra le tante, si ricordano le note STM di Agrate, MX Group di Villasanta, Solarday di Mezzago, Enerpoint di Desio); di più, è in Brianza operativo un Distretto High Tech che per “mission” vede nello sviluppo e potenziamento delle tecnologie di punta nel risparmio ed efficienza energetica un’opportunità competitiva decisiva per il territorio della Brianza.
In ultimo, esistono in Brianza numerosissime aziende che hanno intrapreso o stanno intraprendendo la scelta di implementare sul proprio edificio un’installazione fotovoltaica, le quali si sono trovate letteralmente a “metà del guado” a seguito del blocco degli incentivi disposto nelle settimane scorse.
Alla luce di tutto ciò e dell’importanza che la filiera del fotovoltaico ha per il territorio, le variazioni al ribasso degli incentivi dal 5 maggio appena rese pubbliche prefigurano per la medesima filiera importanti e critici cambiamenti strategici, non tanto nel breve quanto nelle scelte di medio e lungo periodo.
Nella seguente tabella è rappresentata la comparazione dell’incentivo previsto con il vecchio “conto energia” appena cassato col nuovo schema incentivante; la tabella differenzia – come da nuovo schema appena pubblicato – gli incentivi e le riduzioni per classi di potenza di impianto, relativamente ad impianti fotovoltaici realizzati su edificio (clicca per ingrandire):
Come si nota, se per gli impianti fotovoltaici ancora in via di realizzazione (che presumibilmente saranno operativi entro settembre 2011) le riduzioni, pur generalizzate, sono contenute a livelli sostanzialmente modesti (-5%), a partire dal 4° trimestre 2011 e ancor di più negli anni successivi la sforbiciata appare essere particolarmente severa, in particolare per i grandi impianti ove la riduzione è particolarmente penalizzante sopra i 5.000 kW di picco: per il secondo semestre 2012, come si nota, la riduzione dell’incentivo è dell’ordine di quasi il 43% rispetto ai valori sino a poche settimane fa vigenti.
Analogo trend di forte riduzione, ancor più marcato come era del resto intuibile (considerata la manifestata volontà del Ministero di disincentivare gli impianti a terra ecologicamente più invasivi), anche per gli impianti al suolo. I nuovi contributi al fotovoltaico per gli impianti a terra e il relativo pesante tasso di riduzione è riportato in questa seconda tabella (clicca per ingrandire):
Come si nota, gli impianti a terra entrati in produzione nel secondo semestre 2012 vedranno una pesantissima riduzione del contributo incentivante, dell’ordine di quasi il 44%. A partire dal 2013, per entrambe le tipologie la sforbiciata appare essere ancora più severa.
Ardua appare pertanto, per le imprese del nostro territorio operanti a vario titolo nella filiera fotovoltaica, sostenere la sfida di mantenere i livelli di vendita e di produzione che si potevano ragionevolmente prospettare con i precedenti incentivi. L’unico elemento di competitività utilizzabile dalle aziende per mantenere i volumi ipotizzati di vendita appare infatti a questo punto essere la riduzione del costo unitario del costo del pannello e dell’impianto “chiavi in mano”.
Leva competitiva che, sia pur possibile grazie alle economie di scala prospettabili nel medio periodo, appare comunque fortemente complicata dalle cogenze imposte dal nuovo Decreto: in particolare è previsto l’obbligo di certificazione a partire dal 30 giugno 2012 sui Sistemi ISO 9001 (Sistema di gestione della qualità), OHSAS 18001 (Sistema di gestione della salute e sicurezza del lavoro) e ISO 14000 (Sistema di gestione ambientale) per le aziende produttrici dei pannelli, nonché la garanzia che le medesime aderiscano a un sistema di smaltimento idoneo dei pannelli, quando arriveranno a fine vita.
Richieste e vincoli questi di certo encomiabili, ma che certo non contribuiranno a ridurre i costi e la complessità operativa e burocratica per le aziende produttrici del settore.
Una nota positiva, nel contempo, traspare tuttavia nella forte incentivazione che nel nuovo Decreto viene data al contributo in conto energia per gli impianti che effettueranno lo smaltimento dell’eternit installato a tetto. Il contributo incrementale, rispetto al passato, non viene infatti con nuovo Decreto più determinato in percentuale sul valore base degli incentivi in conto energia (e per fortuna, vien da dire, vista la progressiva forte riduzione degli stessi nei prossimi 24 mesi), ma in misura fissa, con un bonus unitario incrementale di 50 Euro/MWh prodotto dall’impianto fotovoltaico, per i 20 anni di funzionamento.
Un contributo oggettivamente importante questo e che riteniamo modificherà non di poco le strategie commerciali delle aziende installatrici, le quali quasi sicuramente si orienteranno con soluzioni specifiche sul comparto delle bonifiche dei tetti con amianto, considerando in particolare le elevatissime superfici ancora esistenti su capannoni industriali nelle aree più industrializzate della Brianza e più in generale del nord Italia.
Energy Saving Srl - 7 maggio 2011, Monza (MB)
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