Perché vogliono costruire un nuovo distributore di carburante proprio dentro il Parco?
Si tratta di un distributore di gpl, metano e idrogeno nello storico Parco di Monza. Berlusconi in persona aveva firmato il 3 marzo scorso l’ok per la sua realizzazione. L’ impianto, fermato in un primo tempo per il parere contrario sia del Parco della Valle del Lambro che della Soprintendenza, ha ottenuto il 26 aprile l’autorizzazione del Comune.
E’ bene ricordare che, quando si trattava di salvare il verde residuale dell’EUR di Roma, minacciato da un improbabile GP di F1, tutti erano uniti per dire no! Ora che il verde da salvare è “a casa propria”, quegli strenui difensori, tacciono e lo autorizzano. Salvo qualche rara eccezione. Le dichiarazioni di netta contrarietà a quel distributore sono state ripetute più volte dal Presidente della Provincia di Monza e Brianza e dal Sindaco di Biassono. Infatti l’impianto dovrebbe sorgere in località Santa Maria delle Selve, proprio con accesso da quel Comune.
Ci si chiede: ma se quel distributore serve alle nuove gare di auto a metano, idrogeno o gpl, perché renderlo accessibile al pubblico esterno all’autodromo? Tra l’altro, pare che la motivazione di tipo sportivo sia stata proprio quella che ha fatto propendere la Presidenza del Consiglio dei Ministri a dare il proprio assenso. Però, aree più ben più vicine ai box delle auto da corsa, ci sarebbero (es. i paddock), senza comprometterne altre zone verdi del Parco. Non resta che l’ipotesi che quella localizzazione, posta tra la piscina e il campeggio, serva invece per consentire alla Sias, la società che gestisce l’autodromo, di poter fare business, fatto denunciato anche da qualche consigliere comunale e da pochi altri.
Tanto per peggiorare la questione, è arrivata anche la proposta, sempre della Sias, di coprire la vicina struttura natatoria e di trasformare il camping in un piccolo residence, con tanto di bungalows. Pare di essere tornati agli anni ‘30 quando si pensava di costruire nel Parco una piscina olimpionica in stile littorio e di realizzare uno stadio di calcio da collocarsi nei giardini della Villa Reale. La cosa ha dell’incredibile, ma è così!
Spesso si pensa che gli ambientalisti siano dei talebani che ideologicamente sono contrari al permanere di quella struttura automobilistica per il gioco delle parti. Come dire: i soliti rompiscatole. In realtà hanno una maggiore cultura e saggezza di molti amministratori, che per motivi politici e di semplice ricerca del consenso, permettono la continua erosione di aree del Parco, perpetuata dall’autodromo nel suo adeguamento sia di natura tecnica che economica. Cosa comprensibile se non venisse fatta a danno di un Parco ottocentesco, vincolato da leggi e regolamenti, verde storico che da solo basterebbe a richiamare a Monza nuovo turismo, qualora fosse doverosamente tenuto come raro esempio di architettura del paesaggio. Certo, la logica dovrebbe essere ben diverse e passare da quella del Gran Premio a quella del restauro e della cura di una grande Parco.
Il comunicato stampa del Comitato per il Parco
UN DISTRIBUTORE di METANO, GPL, IDROMETANO e IDROGENO LIQUIDO E GASSOSO nel PARCO DI MONZA
Il Comune di Monza si è rivolto al Consiglio dei Ministri per superare il diniego espresso dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici per il Paesaggio di Milano alla edificazione del distributore di carburanti nel Parco di Monza.
Il Consiglio dei Ministri ha dato ragione al Comune, accogliendo la tesi della SIAS, ente gestore dell’autodromo, secondo la quale il distributore va collocato di necessità all’interno del Parco di Monza per consentire il rifornimento delle vetture in competizione. Noi siamo invece convinti della totale incompatibilità del distributore nel Parco, perché sottrae una ulteriore zona verde pubblica (quasi 9.000 mq) a beneficio di un interesse limitato. Perciò dobbiamo tornare a fare sentire le nostre voci di dissenso, unendole a quelle del Parco Valle Lambro, della citata Soprintendenza e della Provincia di Monza e della Brianza.
Le ragioni del nostro NO sono:
a. Incompatibilità ambientale tra il distributore di carburanti ed il Parco di Monza, come già espresso dagli Enti di tutela.
b. Sottrazione di un ulteriore area alla fruizione pubblica, proprio nel Parco di Monza, già pesantemente limitata dalle concessioni in atto.
c. Svilimento dell’area stessa, che andrebbe invece lasciata a verde e riqualificata.
A completamento ricordiamo che il distributore verrebbe significativamente finanziato con fondi pubblici.