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Al vaglio della Commissione Cultura la nuova legge regionale sulla rete sentieristica lombarda. Ci sono delle lacune da colmare, lo evidenzia il caso di Casatenovo.

In questi giorni è al vaglio della VII Commissione permanente Cultura di Regione Lombardia una proposta di legge per la valorizzazione della rete escursionistica regionale. Si tratta di una buona notizia poiché i sentieri, che nel tempo hanno mutato la loro funzione, divenendo strumento di ricreazione sociale e parte del patrimonio culturale dei territori, oggi vivono in un orizzonte legislativo incerto o lacunoso. La proposta, nella sua formulazione attuale, predispone un set di strumenti efficace sul piano della valorizzazione, ma non allo stesso modo  su quello della tutela dei tracciati esistenti. Nei giorni scorsi, alcuni comuni (Besana in Brianza, Casatenovo, Missaglia) e associazioni brianzole (Action Bike Team, Associazione Sentieri e Cascine, Gruppo Valle Nava), guidati dal Comune di Casatenovo, hanno richiesto e ottenuto una audizione presso la Commissione proprio per sottolineare due dei punti nodali della legge che potrebbero essere migliorati (leggi qui l'intero intervento).

Il primo nodo riguarda, appunto, la salvaguardia dell'esistente. La proposta di legge su questo tema appare debole: non prevede alcun vincolo urbanistico a tutela dei percorsi oggi presenti, affidando anzi la loro fruibilità ad accordi che la pubblica amministrazione dovrebbe sottoscrivere con i privati possessori dei fondi su cui i tracciati insistono. I comuni e le associazioni casatesi hanno sottolineato che sarebbe opportuno introdurre e vincolare nella rete regionale tutti i percorsi già segnalati e quelli che sono stati fatti propri dai piani di governo del territorio (PGT) dei comuni. Sono sempre di più, infatti, le amministrazioni comunali che scelgono di mappare e inserire in allegato ai loro documenti di piano anche le reti sentieristiche.

 

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Il secondo punto concerne invece la possibilità di valorizzare il lavoro delle molte associazioni che, a livello locale, hanno in questi anni mantenuto e curato la fruibilità e segnalazione dei sentieri. L'attuale proposta di legge prevede come interlocutore di riferimento per gli interventi sulla rete sentieristica il CAI, ma non esplicita la possibilità di collaborazioni tra amministrazione pubblica e altre realtà. L'assenza di chiarezza in merito viene rafforzata da quanto asserito in sede di discussione dalle forze di maggioranza, che hanno dichiarato di essere al lavoro per inserire altre realtà associative tra quelle contemplate dalla legge. In tal senso, i comuni suggeriscono un'alternativa più pratica: la possibilità di delega da parte dell'ente locale, che individua le realtà competenti sul proprio territorio e stipula con esse una convenzione per la gestione della sentieristica. Sano principio di sussidiarietà.

 

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Per capire i problemi – ci insegna la geografia – bisogna sporcarsi le scarpe per andare a vedere, a verificare di persona. Ho sottolineato all'inizio che la richiesta di audizione è stata un'iniziativa del comune di Casatenovo e non l'ho fatto a caso. A Casatenovo cittadini e pubblica amministrazione hanno potuto sperimentare con mano l'incerto status che affligge oggi le reti di sentieri.

Mi spiego meglio: la valle della Nava è una piccola parentesi di natura intatta dentro la città diffusa brianzola, un bel sentiero lungo qualche chilometro la percorre tutta intera da nord a sud. I casatesi tengono molto a questo angolo verde: lo hanno difeso in passato dalla costruzione di una bretella stradale, hanno fondato una associazione – il Gruppo Valle Nava – che porta il nome del luogo, ci organizzano manifestazioni ludiche e sportive, recentemente hanno inserito l'area dentro il Parco dei Colli Briantei.

 

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Un giorno, a seguito di un cambio di proprietà, il sentiero, senza alcun preavviso, è stato chiuso. Dove prima correva un largo sentiero  ora compare un recinto costellato di cartelli che invitano a non avvicinarsi alla proprietà. Stretto tra il declivio e il corso della roggia Nava, il sentiero è oggi quindi irrimediabilmente interrotto. All'indomani dell'accaduto, il sindaco del paese - che aveva in maniera lungimirante inserito la rete sentieristica nel PGT – non perde tempo ed emette un'ordinanza di ripristino dello stato dei luoghi. Il privato si oppone e fa causa al comune sostenendo che il percorso non sia mai esistito. Il tribunale rimanda più volte la sentenza e chiede alle parti di convenire ad un accordo. L'amministrazione comunale ci prova, ma il privato è irremovibile. Quaranta associazioni del territorio organizzano così una manifestazione tra le più partecipate che il paese ricordi, più di 300 cittadini scendono in valle per un presidio di protesta davanti al nuovo recinto, ma a nulla serve.

 

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Sarebbe bastato uno spazio largo non più di due metri tra il corso del ruscello e la proprietà per garantire la fruibilità del sentiero, ma in questa occasione la pubblica amministrazione e i cittadini si stanno scontrando con l'incaponimento di un privato. Un tracciato storico, ricordato dai nonni dei nonni, così, da un giorno all'altro, va perduto. Fino all'anno scorso il sentiero della Valle della Nava era meta domenicale di famiglie, runner, ciclisti, scenario di diverse manifestazioni. Oggi è interrotto e abbandonato. Un itinerario a portata di mano, immerso nel bosco, nel verde, nel silenzio - così difficili da trovare nel resto della città diffusa -  è un bene comune prezioso. Qualcuno ha deciso per il futuro sia un affare privato. La cosa grave in questa storia è proprio che nessuno possa impedirlo.

 

IL VIDEO DELLA MANIFESTAZIONE

 

Gli autori di Vorrei
Alfio Sironi

Mi occupo di tematiche geografiche dentro e fuori la scuola.

Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.