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I comitati referendari: «I sindaci della Brianza non devono commettere l'errore di farsi trascinare in una trappola che nasconde la privatizzazione del ciclo idrico integrato in Brianza.»

Riceviamo e pubblichiamo

La provincia di MB ha convocato una conferenza dei sindaci il giorno 20/09 per decidere il futuro del ciclo idrico integrato in Brianza e non solo.

A seconda dell'esito che avrà questo incontro, a cascata, si giocherà il destino di tutti gli altri servizi di pubblica utilità, fortemente aggrediti con la manovra economica; il direttivo dell'ANCI ha rigettato tale ipotesi, e non solo, poiché 27 milioni di italiani il 12-13 giugno, hanno detto no alla privatizzazione dell'Acqua, no al nucleare e un no sonoro all'art. 23 bis.

Il comitato per la difesa dell'Acqua Pubblica e dei Beni Comuni di MB, lancia un appello ai sindaci e alle forze politiche e sociali affinché sia scongiurato ogni “pateracchio”, sia di natura giuridica che di natura industriale.

Riproponiamo alla Vs. attenzione tutte le ragioni, già inviate a tutti i soggetti decisori il 03/08/2011, ed una proposta dell'ALSI del 5 settembre prot. n. 3642 che a nostro parere ricalca il solco delle nostre proposte e gli interessi dei cittadini e dei sindaci che li rappresentano.

La provincia di Monza e Brianza e' proprio sicura che la sua delibera n° 85 del 25 maggio 2011, sul gestore unico del ciclo idrico in Brianza sia legittima e abbia valore legale?!

Il comitato provinciale per la difesa dell'Acqua Pubblica, e dei Beni Comuni, ritiene grave, illegittimo e ingannevole sia per i lavoratori di Brianzacque, sia per i cittadini/utenti della Brianza, che la giunta provinciale, con un provvedimento di giunta n° 85 del 25 maggio2011, abbia deliberato il cosiddetto affidamento ad un “unico gestore” il governo del sistema idrico in Brianza, individuando in Brianzacque il soggetto deputato ad assolvere a tale funzione.

Noi riteniamo illegittima ingannevole tale delibera per diverse ragioni sia di merito , sia di metodo: la delibera n° 85 licenziata dalla Giunta provinciale del 25 maggio 2011, individua in Brianzacque il soggetto che, fino al 31-12-2011 , è affidatario del servizio idrico integrato, domanda alla quale i decisori di questo obbrobrio non potranno sottrarsi; in base a quale criterio previsto dalla normativa vigente è avvenuto tale affidamento?!

Noi riteniamo che sia un criterio privo di qualsiasi fondamenta giuridico, legislativo e industriale, e che i lavoratori di Brianzacque non si facciano ingannare dalle sirene, dalle mentite spoglie di manager, altrimenti la storia con Ulisse, ci insegna, quale triste destino ebbero coloro che dettero ascolto alle sirene.

Con la suddetta delibera si attribuiscono a Brianzacque dei poteri non consoni alla realtà: in ragione del fatto che in Brianza ci sono ben tre gestori (Brianzacque gestisce 23 comuni; Amiacque 28; Acsm-Agam il Comune di Monza), per i “faciloni”interessati, sarà un dettaglio ma per il rispetto delle regole e la trasparenza amministrativa, certo che no!

Altro elemento grave di illegittimità è costituito dal fatto che l'affidamento in house a favore di Brianzacque non può essere ritenuto valida, in quanto, essa non è diretta emanazione dei comuni, bensì detenuta da altre società e pertanto sfuggirebbe al cosiddetto controllo analogo; ad aggravare la situazione di non conformità, è la presenza di Agam come socio, il quale ha delle percentuali di privato, poiché essa fu venduta alla Acsm di Como.

Quindi, anche uno studente iscritto al primo mese alla facoltà di giurisprudenza, direbbe a lor signori che una operazione del genere è illegittima.

Ulteriori fattori ci inducono a denunciare che la Giunta Provinciale con la delibera n°85 del 25 Maggio 2011, sia andata oltre le proprie competenze poiché in forte contrasto sia con la loro stessa legge regionale, tanto decantata, sia con le deliberazioni della Conferenza d'Ambito assunte durante l’anno 2010.

Infatti, l'art. 48 della L.R. N° 26/2003 dispone che:

L'ente responsabile dell'ATO esercita, tramite l'Ufficio d'Ambito, le seguenti funzioni e attività.

a) l'individuazione e l'attuazione delle politiche e delle strategie volte a organizzare ed attuare il servizio idrico integrato, inclusi la scelta del modello gestionale e l'affidamento della gestione del servizio idrico integrato;

e) la determinazione della tariffa di base del sistema idrico;

  1. Per le decisioni relative alle lettere: a), b), d), e) ed h) del comma 2, l'ente responsabile dell'Ato acquisisce il parere obbligatorio e vincolante della conferenza dei Comuni.

Ma a noi non risulta che nessuna Conferenza dei sindaci abbia deliberato nessun affidamento a chicchessia.

A fronte di questa ennesima forzatura, mistificazione e al tentativo di eludere le norme, ivi compreso l'esito referendario (in quanto l’affidamento a Brianzacque presuppone la privatizzazione del servizio idrico) per l'ennesima volta chiediamo che venga seguito un percorso leale e trasparente da parte della Provincia, dei comuni e delle società interessate, vi chiediamo di effettuare un balzo culturale che superi le ragioni della politica e affari, che la politica sia spirito di servizio al servizio dei Beni Comuni e dei cittadini/utenti.

Per la nostra modesta e caparbia competenza vi riproponiamo un iter vero e non capovolto, le nostre proposte:

1)  lavorare affinché  vengano eletti c.d.A. e collegi dei sindaci che abbiano come unico fine e missione  l'affidamento diretto al pubblico del Ciclo Idrico Integrato in Brianza, dando assoluta priorità alla fusione delle due maggiori patrimoniali (Idra e Alsi che a sua volta sono già soci di Brianzacque detenendo rispettivamente: la prima il 37,87%; la seconda, il 26,71%. Tale operazione di unificazione delle due patrimoniali deve costituire il primo passo nella direzione di unificare tutte e sette le patrimoniali della Brianza (anzi, se si desse da subito corso alla fusione delle due patrimoniali (IDRA-ALSI, si potrebbe da subito eliminare un CDA e tutto il resto che ruota intorno a se).

1/a prima di ogni affidamento di gestione, creare i presupposti affinché,i tre soggetti che operano in Brianza (Brianzacque,Amiacque e Agam), si fondano per dare vita ad una unica azienda,al fine di creare l'azienda del ciclo idrico brianzola, fermo restante che venga riacquistato da Acsm di Como il ramo idrico, onde evitare che l'Agam sia il cavallo di Troia per far entrare il privato nel settore idrico.

2)    Mettere in mora definitivamente qualsiasi ipotesi di entrata nella gestione del privato sia in forma diretta, sia in forma indiretta (esternalizzazioni, finanza di progetto);

3 )   Abolire l'ufficio d'Ambito provinciale e ripristinare l'Assemblea dei soci; i sindaci (magari denominando l'Ufficio d'Ambito in Azienda speciale, anche in relazione alla sentenza della cassazione che ha attestato la validità dei referendum del 12-13 di giugno);

4 )   Riesaminare i Cda e i collegi dei revisori, sia nella composizione sia nel ruolo, introducendo il principio vincolante del divieto di accumulo di cariche nelle aziende partecipate e comunque di settore, per evitare conflitti d'interesse, ma anche per scegliere i componenti in relazione a competenze specifiche nel settore;

5 )  Introdurre elementi significativi di controllo da parte dei cittadini e di democrazia partecipata: dotandosi di bilancio etico preventivamente condiviso con tutte le parti sociali.

6)   Dotarsi di un piano strategico di sviluppo e di riorganizzazione delle Aziende Pubbliche, secondo criteri di efficienza, trasparenza e produttività, bandendo ogni forma di assunzione, di consulenza e di nomine di stampo clientelare.

7)  Con la ripublicizzazione del C.I.I, creare i presupposti per rilanciare il progetto Brianza, dove costruire un grande soggetto interamente pubblico che si occupi del ciclo   dell'acqua, ciclo dei rifiuti, ciclo dell'energia e dei servizi di manutenzione al patrimonio pubblico.

Saluti,

Comitato provinciale per la difesa dell'acqua pubblica e Beni Comuni

,Monza, 12 settembre 2011