Tornata al centro dell’attenzione, rischia di essere fatta a pezzi. Quando già non cade a pezzi per conto suo

Dopo decenni di abbandono, la Villa Reale di Monza è balzata al centro dell’attenzione locale e nazionale, ma non è detto che le faccia bene. Anzi.

Certo, all’inizio sembrò che la strada imboccata fosse quella giusta. Prima con un concorso internazionale di idee, vinto dal raggruppamento Carbonara, che ne propose il restauro, per la realizzazione di un grande museo con ambizioni internazionali. Poi con la formazione di un Consorzio tra i comuni di Monza e Milano, la Regione Lombardia ed il Ministero dei Beni Culturali, per raccogliere ed impiegare le risorse necessarie per il restauro della Villa Reale e la gestione unitaria insieme al Parco.

Ma sono emerse presto le carenze, i litigi, (nonostante l’omogeneità politica degli enti coinvolti), soprattutto la mancanza di una visione strategica e della volontà di salvaguardare l’interesse pubblico.

 

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L'enorme striscione di contestazione del bando di gara per la Villa Reale


Fin dalla nascita del Consorzio, nato zoppo per l’inspiegabile assenza di Milano (che ha poi regolarizzato la sua posizione con grande ritardo). Poi con la mancata assegnazione al Consorzio delle strutture, del personale e delle competenze necessarie per la gestione di un bene di importanza nazionale. Tanto da lasciare nell’incertezza i lavoratori che nel Parco ci lavorano da sempre, per conto del comune.

Consorzio scatola vuota, al punto da affidarsi completamente, per il bando di gara per il restauro della Villa, ad Infrastrutture Lombarde, società regionale finora nota solo per le realizzazione di ospedali. Quindi a sua volta priva di esperienza nel restauro di un bene storico.

Il Bando è stato pubblicato nella primavera del 2010. Prevede di intervenire solo nel corpo centrale della Villa, investendo i circa 19 milioni di Euro pubblici. Punto dolente il pesante coinvolgimento del privato che, investendo solo 4 milioni di Euro ottiene la più ampia libertà di azione: dalla redazione del progetto definitivo, alla gestione trentennale del bene, con un affitto ridicolo, senza che vi siano chiari vincoli perché il suo utilizzo resti a prevalente finalità pubblica.

Quello che è più grave, il progetto Carbonara, vincitore del concorso internazionale viene completamente stravolto, sia dal punto di vista della destinazione d’uso degli spazi, sia dal punto di vista gestionale.

Insomma, secondo il movimento di cittadini “La Villa Reale è anche mia” appare evidente il rischio che il destino della Villa è quello di finire privatizzata, destinata solo agli eventi più redditizi, sottratta ai cittadini monzesi ed italiani che in definitiva ne sono i proprietari. A sostegno dell’appello del movimento sono state raccolte nel 2010 più di diecimila firme, e numerose adesioni di personalità del mondo della cultura: da Rita Levi Montalcini a Margherita Hack, dall'architetto Renzo Piano al professor Leonardo Benevolo.

 

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La Villa Reale dopo il restauro, secondo il movimento “La Villa Reale è anche mia”


Nonostante le proteste, il Bando di gara (che ha visto solo due partecipanti), è stato definitivamente aggiudicato in luglio di quest’anno ad Italiana Costruzioni. Si prevede che i lavori vengano avviati all’inizio del 2012: ma gli oppositori non resteranno a guardare.

Nel frattempo questa estate altri avvenimenti importanti hanno riguardatola Villa Reale.

In luglio, dopo che il sindaco di Monza, Mariani, ha pubblicamente consegnato le chiavi della Villa Reale al segretario del suo partito, la Lega Nord, in un’ala laterale vengono inaugurate le sedi dei Ministeri delle Riforme, della Semplificazione, dell’Economia e del Turismo. Inaugurazione fortemente contestata dai cittadini, che come al solito sono stati tenuti lontani da un bene che dopotutto gli appartiene.

 

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Luglio 2011: la polizia impedisce ai cittadini di avvicinarsi alla Villa Reale


Naturalmente questi ministeri non fanno parte del Consorzio, non erano previsti nel Piano Carbonara, e tantomeno nel Bando di gara per il restauro della Villa, quindi appaiono come una ulteriore spartizione della Villa Reale tra enti differenti, che la stanno facendo a pezzi.

Contemporaneamente all’inaugurazione dei nuovi uffici ministeriali, buona parte dell’ala Sud della villa Reale cade letteralmente a pezzi. Lasciando la scuola che vi risiede, l’Istituto d’Arte/Liceo Artistico priva di otto aule e costringendo gli studenti ai tripli (tripli!) turni.

Insomma, non sappia la mano destra quello che fala sinistra. Da una parte si investono 23 milioni di Euro per il corpo centrale, dall’altra parte si aprono nuovi Ministeri, mentre giusto dietro l’angolo gli edifici sono pericolanti. La Villa va a pezzi, altro che gestione unitaria, che dovrebbe essere garantita dal Consorzio.

Però a Milano qualcosa è cambiato. La nuova giunta Pisapia chiede un cambio di rotta, proprio sulla questione Consorzio.

Che sia l’inizio di un cambiamento anche a Monza?