L'
essenza della musica dei Caramella Kitsch si può comprendere già dal nome del gruppo. Il dolce e lo sgradevole. La semplicità e il cattivo. Il sound dei Caramella Kitsch è quindi dilaniato dai contrasti, in bilico sulle sue contraddizioni? Non esattamente. Perché questi quattro ragazzi di Monza recuperano il candore e la spensieratezza dell’essere bambini e lo inseriscono in un mondo sgargiante e pacchiano, in cui un solido impianto di rock elettronico si mescola a reminescenze puerili, che emergono da un’infanzia trascorsa negli anni Ottanta. Ed ecco che le tastiere e i sintetizzatori ricreano melodie simili alle sigle dei vecchi cartoni animati, o al refrain di qualche videogioco. Una musica di adulti, fatta con grande precisione e perizia tecnica, ma piegata allo spirito giocoso e divertito di un bambino, che dà vita a canzoni roboanti e fracassone. Caramella kitsch, appunto.
La nascita del gruppo è quanto mai intricata e complessa. Sebastian, dopo qualche anno passato negli Stati Uniti, ritorna con la testa piena di musica e di nuove idee. La sua creatività è talmente vulcanica che coinvolge anche il fratello PePe. I due creano una piccola sala prove nella loro casa, e per alcuni anni suonano spasmodicamente, azzardandosi in intricate sperimentazioni sonore e seminando dei germogli che avrebbero poi dato vita ai loro brani futuri. Nel 2005 i due fratelli decidono di formare una band vera e propria, andando alla ricerca di altri due membri. Ed è a questo punto della storia che si inseriscono Johnny e POL, permettendo così al gruppo di raggiungere la sua composizione definitiva.
I Caramella Kitsch sul loro My Space (che è un po’ come la loro musica: vistoso, abbagliante, esagerato) si sottopongono all’ascolto quattro dei loro brani: “Privi”, “Cioccolato o caramella”, “L’ultima sera” “PazZiaaa”: sonorità robanti e di stampo chiaramente anni Ottanta, chiassose come le canzoni di Alberto Camerini, ma con una nota malinconica e una grande profondità nei testi che li rende vicini ai Bluvertigo.
In attesa del loro EP, ascoltiamo e riascoltiamo questi quattro brani. Vi faranno venire voglia di conoscere fino in fondo il sapore dolciastro di questa coloratissima caramella.
Caramella Kitsch
Città: Monza
C omponenti:
Johnny: batteria e cori
POL: tastiere/percussioni/effetti vari
Sebastian: chitarra e voce
PePe: baso e cori
Genere: elettronica
My Space: http://www.myspace.com/caramellakitsch
L’intervista
La domanda è d’obbligo: da dove viene il vostro nome?
Partendo dal presupposto che “Kitsch” vuol dire “disgustoso, sgradevole, di cattivo gusto”, “Caramella Kitsch” rappresenta il nostro modo di comunicare: ci piacciono i contrasti, il trovare interessante qualcosa che possa essere anche brutto. Ci piacciono gli errori e i difetti, e ci piace il disgusto che si può provare nel mettere in bocca qualcosa di sgradevole come una caramella dal gusto insolito…
Come definireste la vostra musica?
La nostra musica è spiazzante, ironica, frenetica, demenziale, sdolcinata. Può risultare offensiva e addirittura violenta… kitsch, insomma!
Nella Top Friends del vostro My Space ci sono i Bluvertigo, i Klaxons, i Gorillaz, i Soerba, i Bloc Party e addirittura Baudelaire…sono tutti artisti molto diversi. Che cosa hanno in comune con voi?
Diciamo che tra gli amici di My Space ci sono personaggi di vario genere, gruppi musicali e non solo come si può vedere. I nostri interessi vanno in più direzioni, ci piace l’arte a 360 gradi. Nella Top transitano alcuni personaggi che ci hanno affascinato e che hanno contribuito a levigare i nostri spigoli rendendoci quello che siamo: dai “Paradisi artificiali” di Baudelaire e le sue sperimentazioni visionarie alla pazzia di Nietzsche, dai “percorsi esistenziali” dei Bluvertigo all’ironia di Samuele Bersani, dal suono psichedelico dei Klaxons alla freschezza degli Architecture in Helsinki, dallo sguardo di Dalì agli studi di Laffoley.....forse quello che abbiamo in comune è che ci occupiamo tutti di arte, chi in un modo chi in un altro.
La vostra musica è molto ricca a livello sonoro, ci sono molti effetti elettronici. Dedicate questa cura anche al testo delle vostre canzoni?
Certamente dedichiamo molta cura sia ai suoni che ai testi. Per noi i testi sono fondamentali, non solo vogliono trasmettere un messaggio chiaro, diretto e semplice, ma cercano anche di instaurare un dialogo con l’ascoltatore e portarlo così a riflettere in modo autonomo su alcuni argomenti. Ci capita in alcune canzoni di urlare una parola per la maggior parte del tempo e poi voler dire l’esatto contrario. Occhio quindi! Il primo ascolto può non bastare..
Dateci un parere sul panorama musicale brianzolo.
In Brianza e dintorni si respira una discreta aria indipendente, e diciamo discreta perché le cover-band e similari sovrastano la scena. Ci sono molti gruppi, nostri amici e non, che fanno buona musica, con un loro stile che ci piace molto e che consigliamo di andare ad ascoltare e scoprire: The Pirovano, Sonicdubt , Invenia , Antenna Trash, Eco98, Doc Brown, Dig Inside, Sogno Chimico, My Silver Booster…
I Bluvertigo, a cui le vostre canzoni si ispirano molto, sono di Monza, come anche i Soerba. Adesso ci siete voi… Credete che a Monza stia nascendo una tradizione di musica elettronica?
Siamo lusingati per l’accostamento e senza ombra di dubbio crediamo che a Monza la tradizione di musica elettronica che si rifà agli anni ’80 sia in continua evoluzione e gli ammiratori come noi siano sempre più numerosi. Nonostante questo revival negli ultimi anni sia stato un po’ trascurato, ora sta tornando in auge: basti pensare alla popolarità che recentemente ha riscosso il grande Garbo, artista di questa zona. Crediamo quindi che il revival anni ‘80 non sia come un fiore che sta per sbocciare ma sia un albero che da anni sta dando i suoi frutti. Noi siamo molto curiosi di vedere quali sviluppi possano esserci nei prossimi anni..
Quali sono i vostri progetti futuri?
Realizzeremo un EP per l’inizio dell’anno prossimo, e faremo un video della canzone “Cioccolato o Caramella”. Inoltre ci daremo dentro con i concerti, per cui tenete d’occhio il nostro My Space!