Sabato 30 Novembre 2013 - Auditorium di Nova Milanese - via Giussani, piazza Gioia
Il Rossetti - Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e Malguion s.r.l.
OBLIVION SHOW 2.0 – IL SUSSIDIARIO
Con Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli
testiDavide Calabrese e Lorenzo Scuda
musicheLorenzo Scuda
regiaGioele Dix
coreografieFrancesca Folloni
Gli Oblivion riescono a mescolare Lady Gaga, J.S. Bach, Tiziano Ferro e William Shakespeare con grande irriverenza, ma sempre con eleganza.
Come in sussidiario, ci sono diverse materie: solfeggio, storia, letteratura… tutte declinate con un ritmo forsennato tra motivetti retrò, citazioni dal cafè chantant, parodie dei musical di Bollywood, sonorità tecno, rap e pop. “Numeri” che fanno ridere, ma anche pensare, come nella migliore tradizione della comicità di qualità.
Ma chi sono gli Oblivon?
Gli Oblivion sono i cinque miracolati dalla banda larga, i cinque punti del governo del cantare, i cinque anelli delle obliviadi, i cinque gradi di separazione fra Tito Schipa e Fabri Fibra, i cinque madrigalisti post-moderni.
Per anni hanno fatto Musical per amore del Musical e per mangiare col Musical.
Sognavano di morire per amore e nel frattempo stavano morendo di fame.
Gli Oblivion hanno un sacco di maestri fra cui il Quartetto Cetra, Rodolfo De Angelis, Giorgio Gaber, i Monty Python. In realtà non hanno mai incontrato nessuno di questi maestri i quali, sicuramente, negherebbero di conoscerli.
Gli Oblivion giocano con la musica e il teatro. Sono un OGM che svaria tra nostalgia e modernità, tra giocoleria e cabaret, tra intrattenimento leggero e satira di costume, tra Bologna e Trieste, tra il dire e il fare, tra moglie e marito, tra virgolette, tra feltro e feltro, tra l'altro.
Sono Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli
Qualche recensione del loro spettacolo
Martedì 16 Aprile 2013 15:03 |
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[Milano] L'inizio è geniale, con i due trailer a sipario chiuso di «Infinito» di Leopardi e «La cavallina storna» di Pascoli (una storia vera), omologati ai messaggi dei film: ma il pubblico del Manzoni, dove lo show 2.0 degli Oblivion «Il sussidiario» resta fino al 21 aprile, è ancora freddo; poi finisce in acclamazioni col bis dei Promessi sposi in 10 minuti, il cult. Il complesso è sempre più sintonizzato e abile nel ricavare dai reperti culturali antropologici soprattutto delle canzonette, il diagramma della società italiana e delle sue variopinte stupidità. Vero che la matrice sta nel sempre rimpianto Quartetto Cetra (nella «Biblioteca di Studio 1», gran romanzi fatti col materiale delle canzonette, reazioni musicali a catena) ma anche nei primi Gobbi; nei giochi visivi, nei doppi sensi lessicali, c'è pure un po' la lucida follia di Bergonzoni. Verrebbe voglia che questi cinque straordinari, intonati performer (Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda, Fabio Vagnarelli, con lieve superiorità maschile, 3 a 2) si buttassero nella mischia, specie con dialoghi sullo stato delle cose, come in parte fanno nel secondo tempo parlando del burlesque, riscoprendo la parola accanto al juke box dei ricordi. Si ride alle spalle della cultura scolastica, da Dante a Pinocchio, con qualche battutaccia, ma gli accoppiamenti poco giudiziosi tra Bach e Lady Gaga e altre relazioni pericolose, sono spiritosi, come è estroso il pezzo della cronaca diretta, tipo calcio, minuto per minuto, delle battaglie storiche. E al tutto va aggiunta un'innata, cospicua dose di simpatia. Maurizio Porro (Corriere della Sera)
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