Ancora ostacoli a una Monza più sostenibile
**Nuove barriere ostacolano le biciclette in città, e nessun passo avanti per una città più a misura d'uomo**
Monza, 4 ottobre 2019
Da questa settimana sono spuntate nuove barriere metalliche sulla passerella ciclopedonale che passa sulla ferrovia tra via San Gottardo e via Quintino Sella.
Dove un tempo c'erano una segnaletica dedicata e uno specchio che permetteva di affrontare l'uscita dalla passerella in sicurezza, tutto è sparito ed è stato sostituito da barriere che ora renderanno più complicato il passaggio da uno degli accessi al centro più importanti per chi decide di lasciare a casa la macchina. Un punto dove non sono mai stati notati incidenti, dove non passavano moto: perché tutto questo?
Quello di cui avrebbe bisogno una città come Monza, che ha i tassi di inquinamento e di possesso auto tra i più alti d'Italia, sarebbe il disincentivo dell'uso dell'auto privata, accompagnato da misure che incentivino mezzi alternativi come la mobilità ciclistica.
La giunta monzese si muove invece nella direzione opposta, alza nuove barriere anzichè toglierle, e le alza esattamente sulle ciclabili.
La nostra associazione FIAB MonzainBici ha più volte chiesto di rimuovere simili barriere da viale Cesare Battisti e via Regina Margherita, ostacoli che ottengono solamente un disincentivo ad utilizzare la bicicletta per gli spostamenti cittadini. In tutta Europa le barriere non esistono e dove ancora ci sono vengono tolte, per liberare la circolazione non solo delle biciclette ma anche di passeggini, persone a mobilità ridotta e cargo bike.
Rinnoviamo quindi la richiesta di rimuovere questi ostacoli in tutta la città, richiesta che arriva anche dai nostri concittadini, che ci scrivono contrariati da questi provvedimenti.
In attesa delle modifiche al codice della strada che stanno arrivando alla Camera e poi al Senato della Repubblica, ricordiamo infatti che la commissione Trasporti della Camera ha licenziato alcuni provvedimenti che migliorerebbero, se seguiti, la viabilità tutta, non solo ciclistica, come avvenuto in tante città italiane ed europee simili alla nostra. Per esempio:
- l'introduzione della casa avanzata, una linea d'arresto per biciclette in posizione avanzata rispetto alle auto negli incroci.
- l'indicazione per i veicoli a motore fuori dai centri abitati di tenere una distanza di 1.5 metri dalle biciclette
- la possibilità per le bici di circolare in senso opposto nei centri abitati, su strade con limite di velocità inferiore o uguale a 30 km/h.
- il permesso per le biciclette di usufruire delle corsie dedicate ai mezzi pubblici
- la chiusura alle auto delle strade davanti alle scuole nei momenti di entrata/uscita dei ragazzi (momenti in cui i livelli di inquinamento si moltiplicano come dimostrato di recente da uno studio di FIAB MonzainBici).
- la creazione di strade “ad alta intensità ciclistica”, strade a traffico promiscuo utilizzate e frequentate da un numero rilevante di ciclisti, e degli “itinerari cicloturistici.
Tutti interventi che da tempo chiediamo come FIAB MonzainBici e che FIAB sta proponendo come soluzioni nazionali.
Interventi che potrebbero migliorare le ormai insopportabili situazioni viabilistiche di Monza e che ci permetterebbero di fare qualche passo nella direzione di una città per i suoi cittadini e non esclusivamente per le auto. Come d'altronde sta succedendo non solo nelle città europee, ma in moltissime città anche nel nostro Paese: Monza è una delle città più ricche d'Italia, eppure rimane sempre agli ultimi posti nelle classifiche per la vivibilità che periodicamente vengono stilate. È ora di chiedersi come sia possibile.