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10. Il Piano di Governo del Territorio del 2007

 

Il 2007 fu l’anno storico per Monza nella sostituzione del vecchio PRG del ‘71. Infatti,venne adottato e approvato il nuovo PGT, il Piano di Governo del Territorio previsto dalla nuova legge urbanistica lombarda. Ma veniamo ai fatti.

Come ricordato la volta scorsa, la Legge regionale n.12, entrata in vigore a fine marzo del2005, stabiliva che i pochissimi comuni lombardi con una PRG vigente approvato prima del 1975 (in pratica soltanto Monza e Campione d’Italia) non potevano dar corso all’approvazione di varianti urbanistiche di qualsiasi tipo, vanificando quindi tutto il lavoro di adeguamento del PRG avviato nel 2004 e già approvato dalla giunta, e dovevano viceversa entro sei mesi avviare le procedure per l’adozione del Piano di Governo del Territorio previsto da questa legge in sostituzione del vecchio PRG. La legge “Monza” lasciava così la nostra città in balia della speculazione in quanto le salvaguardie erano sul punto di decadere. Come già ricordato la IEI di Paolo Berlusconi aveva già presentato un piano di lottizzazione sulla Cascinazza di ben 388.000 metri cubi.

Così Monza iniziò in tutta fretta l’iter relativo al PGT, nei tempi e nei modi previsti dall’art.13 della legge stessa. Si iniziò con la raccolta dei “suggerimenti e delle proposte” (circa 300); vennero poi affidati gli incarichi ad un nutrito gruppo di consulenti e specialisti guidati dall’assessore Viganò e coordinati dall’arch. Massimo Giuliani, già presidente dell’INU (Istituto Nazionale Urbanistica) Lombardia. Venne quindi elaborata la proposta del nuovo PGT, partendo dalle scelte contenute nel PRG elaborato nel 2004, “spacchettandolo” nei tre documenti previsti dalla LR 12/05: il Documento di piano (per indirizzi e strategie); il Piano dei servizi (relativo appunto a tali dotazioni) e il Piano delle regole (parte simile al vecchi PRG di una volta, con indici volumetrici, azzonamenti e norme di dettaglio).

 

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Piano di Governo del Territorio- Schema

Già nell’ottobre del 2005 il PGT era pronto e il mese successivo la giunta diede avvio alla successiva fase prevista dalla legge, cioè la raccolta dei “pareri e delle proposte delle parti sociali ed economiche”, prima di inviare il piano stesso in consiglio comunale. Con manifesti ed inviti vennero consultate le associazioni monzesi e gli enti pubblici, sia sul PGT che sulla VAS (Valutazione Ambientale Strategica), attraverso una fitta serie di incontri pubblici, tavoli di confronto e conferenze dei servizi. L’iter era poi proseguito con la fase istituzionale di raccolta dei pareri delle cinque circoscrizioni, della commissione urbanistica e di quella edilizia che avevano espresso parere favorevole, pur con alcune riserve sul meccanismo di perequazione. Terminata quest’ultima parte, il PGT venne iscritto, nei primi mesi del 2006, all’ordine del giorno del consiglio comunale.

 

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Gli scatoloni dei 20.000 emendamenti presentati

Ci vollero 18 sedute per la sua discussione, culminata nel dicembre 2006 con la presentazione da parte delle forze di opposizione di ben 20.000 emendamenti (10 scatoloni di documenti), quasi tutti poi ritirati, peraltro ad istruttoria ormai conclusa dagli uffici.La notte del 9 marzo 2007, dopo una gazzarra indescrivibile messa in campo dalle opposizioni di centro destra che avevano poi abbandonato l’ aula tra urla e grida, il nuovo PGT venne adottato dal consiglio comunale. I primi mesi del 2007 erano già stati forieri di novità. Infatti a fine gennaio, con una sentenza tombale, la suprema Corte di Cassazione, aveva posto fine al contenzioso iniziato ben 14 anni prima dalla società I.E.I. di Paolo Berlusconi, non riconoscendole alcun risarcimento del danno, da quella quantificato in oltre 500 miliardi di lire. Non vi era quindi nessun motivo per rendere edificabile la zona della Cascinazza. 

Ma quali erano in sintesi i contenuti del nuovo PGT?

La salvaguardia delle ultime residue aree agricole esterne all’edificato (circa 10 chilometri quadrati) inserite nella cintura urbana (parchi di cornice), tutelandole con meccanismi di finanziamento per il mantenimento di quella attività con funzione ecologica di salvaguardia ambientale; la programmazione degli interventi edilizi (nei 5 anni) stabilendo tetti volumetrici per tutte le funzioni (residenziali, terziarie, produttive e per servizi), quantità da monitorare e controllare attraverso un osservatorio che può utilizzare la VAS (per le criticità del Piano) e nuovi strumenti informatici (il SIT - Sistema Informativo Territoriale); la competizione e la concorrenza tra piani attuativi (Piani di lottizzazione, Piani di Recupero, Pii, ecc) finalizzata alla realizzazione di edilizia a basso consumo energetico, al confort edilizio con maggiori quantità di verde e alla coesione sociale, attraverso la realizzazione di edilizia convenzionata a costi controllati e calmierati; la perequazione dei valori fondiari tra aree edificabili e quelle non, permettendo nel contempo al Comune di entrare in possesso di nuove aree a verde e per servizi, senza alcuna espropriazione forzosa. 

 

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Le aree verdi e agricole comunali e i parchi sovracomunali (PLIS)

 

Quel Piano aveva peraltro ottenuto già nel 2006 significate menzioni, anche a livello europeo, per i suoi contenuti ambientali. Il PGT venne pubblicato per la raccolta delle osservazioni dal 9 maggio al 9 luglio 2007 e piovvero in comune 530 osservazioni. Ma nel frattempo, con una violenta campagna elettorale iniziata con grandi manifesti affissi ovunque in città che gridavano “al tradimento”, il centro destra aveva vinto nel maggio 2007, le elezioni amministrative e lo sfidante di Michele Faglia, Marco Mariani (già sindaco di Monza tra il ‘95 e il ‘97), era tornato al potere. All'assessorato alla pianificazione territoriale veniva piazzato un uomo di fiducia di Berlusconi: l’onorevole Paolo Romani. Dopo alcune “epurazioni” tra dirigenti e funzionari comunali, viene avviata l’istruttoria delle osservazioni. Ma i tempi previsti dalla legge regionale n. 12 del 2005 sono stretti: approvazione definitiva del Piano entro il 6 ottobre, a pena della decadenza degli atti assunti il 9 marzo. La Regione con l’ennesima leggina per Monza (la n. 24 del 2007) proroga i termini di 60 giorni, mentre in comune fervono gli incontri, i tavoli tecnici e politici per approvare il nuovo PGT “osservato e controdedotto”. Alle 3 di mattina del 30 novembre il PGT viene approvato all’unanimità, ma con una riserva (non votata dalla minoranza) e cioè che 24 osservazioni non accolte “affacciano istanze” meritevoli di essere riprese in considerazione. Inutile dire che per molte di queste si tratta delle pretese edificatore sulle residue aree agricole ancora libere, tra le quali vi è anche quella di Paolo Berlusconi, il quale in quei mesi cerca di vendere l’area ad altri operatori immobiliari. L’avvenuta approvazione del Piano viene pubblicata sul Bollettino Ufficiale delle Regione Lombardia il 19 dicembre e da allora diventa vigente a tutti gli effetti. Ma solo 2 giorni dopo, la Giunta Mariani delibera con proprio atto n. 825, di dare avvio alla modifica del nuovo PGT, appena approvato in via definitiva. Non c’era ancora pace per Monza: il giallo del mattone, continuava…

 

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Pgt 2007

 

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Gli autori di Vorrei
Giorgio Majoli
Giorgio Majoli

Nato nel 1951 a Brescia, vive a Monza dal 1964. Dal 1980 al 2007, ha lavorato nel Settore pianificazione territoriale del Comune di Monza, del quale è stato anche dirigente. Socio di Legambiente Monza dal 1984, nel direttivo regionale nei primi anni ’90 e dal 2007, per due mandati (8 anni). Nell’esecutivo del Centro Culturale Ricerca (CCR) di Monza dal 1981. Ora pensionato, collabora come volontario, con associazioni e comitati di cittadini di Monza e della Brianza, per cercare di migliore l’ambiente in cui viviamo.Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.