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Povero Comico si trucca davanti allo specchio in un lago di lacrime. “Passatemi il cinabro!” e gli passano il cinabro. “Passatemi l’ocra!” e gli passano l’ocra

C’è sfortuna e sfortuna! C’è la sfortuna cuore di pietra che non appare se non nel segreto della notte e c’è la mala sorte che si strappa i capelli e tutti si complimentano per come è brava a disperarsi. E’ teatro: la gente paga caro per un posto in prima fila. Così è successo nel paese di mia madre, sullo stradone per Pavia e mi mangio un chiodo se non racconto il vero. E’ una domenica d’inverno, sugli alberi non c’è neppure una foglia e i gatti si nascondono sotto il tavolo timorosi per la novità. Arriva il Gran teatro del Re di Persia! Altro che il Circo Fiacca.  Su, su le tende! Si recita questa sera stessa! Attori e comparse lavorano affannati ma in punta di piedi, zitti zitti, furtivamente guardandosi in giro per essere certi che nessuno orecchi i singhiozzi che bisbigliano nel camerino del Comico. Povero Comico si trucca davanti allo specchio in un lago di lacrime. “Passatemi il cinabro!” e gli passano il cinabro. “Passatemi l’ocra!” e gli passano l’ocra

 “I bigodini!” “ Ecco i bigodini.” “I baffi finti!” ”Ecco i baffi finti.” “Chi sembro?”  “Sembri il buio della notte.” Il Comico si morde le mani: “Accendete le candele, tutte le candele!” Tutte le candele del Teatro avvampano, migliaia e migliaia di lucignoli da illuminare l’intero paese. Più in là, più in là, luce fino a Pavia dove gli astronomi dell’Università contano le stelle: “Ein, zwei, drei, vier…ma giunti ad Eine Million tacciono interdetti perché il chiarore delle cere si confonde col balugine della nebulosa Cassandra e non si capisce più niente. “Che succede?” “La nebulosa è doppia!” “Di più, di più! E’ tripla, quadrupla!” “Oh povero me, povero me, il cielo sta per scoppiare!” “Scappa, scappa” “Dove scappo?” Lo chiedo a voi che mi leggete: scappare dove? Io, per me, lo so da un pezzo. Io mi chiuderò nell’armadio dei vestiti di mia madre, di mia madre giovane, gran cappello di paglia e foulard di seta. Bravo chi mi trova! Solo la morte mi potrà trovare. Fuoco, fuochino, fuochino…Ma torniamo al Comico che piange. Perché si dispera? E’ scritto nel copione: atto primo, scena prima: il Comico entra in scena e scoppia in lacrime! “Tragedia, tragedia, la più lacrimevole storia mai rappresentata!”  Il Re di Persia corre per la piazza col suo pancione a strisce gialle blu: “Signore e signori! Ipse dixit! Alea iacta est!”  Scappellate e inchini davanti al balcone del municipio finché non si affaccia il Podestà che allarga le braccia: “Fate pure, fate pure. Eia eia alalà!” Il Re di Persia  ringrazia: “Mi corazon, mi corazon!” e rivoltosi alle comparse del teatro le chiama una per una: il rinoceronte col corno d’oro, l’armadillo con la corazza d’argento, il maiale con gli occhiali che legge a voce alta l’Orlando furioso, le due sorelle giraffe protese verso il cielo sbirciando se mai si mostri la cometa annunciata. Ed i topi, centinaia di ratti ammaestrati che si spargono per il paese per imbonire la recita. Sorge la luna e finalmente suonano le trombe: scorre il sipario. Ecco, ecco il Comico! Sembra spaesato. Viene innanzi dinoccolato, sottobraccio alla sua ombra. Accorre il suggeritore che gli squaderna lo spartito sotto gli occhi: ”Leggi, leggi qua non inventare niente!” Il Comico si china sulle carte, segna col dito ogni riga. Che fa, ripassa la parte? Attenzione, attenzione! Il Comico si gratta un orecchio, scuote i bigodini, si rialza, comanda di smoccolare le luci. Una dopo l’altra si ammutoliscono le candele. Batte l’ora chissà dove e il pubblico rabbrividisce: “Che ora è, è l’ora della mia morte?” “Macché, macché comincia il teatro.” Il Comico guarda dentro di sé, poi leva il braccio destro e rivolto al cielo invoca. “Invoca?” “Certo, invoca.” “Chi invoca?” Dio mio! Chiama quella donna magra come il vento, senza un filo di trucco, scucito l’orlo della gonna che, sugli scogli di Genova, si stringe nel suo nero scialle e, rivolta alla mareggiata che rode la costa, singhiozza: “Ricorditi di me…” “Jawohl, jawohl…” Risponde il Comico tra le lacrime. Gli fanno eco tutte le comparse: il rinoceronte, l’armadillo, il maiale, eccetera, eccetera: “Oui, oui, bien sur, bien sur…” Il Comico cade in ginocchio: “Aspettami, aspettami!” “Aspettarti…quando, dove, come…” ribatte la poverina fradicia di mare in burrasca “Io non ho più tempo!!!” Il Comico si rialza, barcolla, chiude gli occhi, e con disperata  sicumera sfila dal suo cappotto di Astrakan un’affilata scimitarra: “Amor ch’a nullo amato amor perdona…”  e prima che l’eco della sua voce si spenga ingoia il lucente ferro. Gnam, gnam, gnam!!! “Ma è cartone argentato!” “Cartone argentato?” “Bien sur è cartone argentato!” Ooooh…! L’esterrefatto stupore di chi mai avrebbe immaginato di assistere a tale finta tragedia. Il  Re di Persia, col cappello in mano, fa il giro della platea ma nessuno scuce un soldo. “Che tragedia è senza il morto?” “Non è vero amore, non è vero amore.” “Allora cosa è?” “E’ mare in burrasca!” “Sì, sì! Mare in tempesta.” Le onde sono già a Pavia, ribollono, annegano gli astronomi, avanzano, si abbattono sul paese di mia madre, sradicano il tendone del teatro, inseguono il rispettabile pubblico che fugge a gambe levate. Qualcuno riesce a rifugiarsi in casa: batte i denti, è fradicio, si china davanti al camino acceso: “Pietà, pietà!” mentre fuma come straccio bagnato. Tutto vero? Nossignori tutto falso. Perciò ho chiuso gli occhi e ho mandato giù una manciata di chiodi, uno per uno, senza lamentarmi della ruggine.

 

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Gli autori di Vorrei
Adamo Calabrese
Adamo Calabrese

Adamo Calabrese è scrittore, autore di teatro e illustratore. Ha pubblicato con Einaudi il romanzo "Il libro del re", con Albatros i libri di racconti "L'anniversario della neve", "La cenere dei fulmini", "Il passaggio dell'inverno", con Joker "Paese remoto". Ha illustrato i propri libri ed edizioni di Dante, Gibran e Pascutto. Scrive e disegna per il quotidiano "Il cittadinio" di Lodi, per le riviste "Vorrei" di Monza e "Odissea" di Milano. I suoi ultimi lavori teatrali hanno messo in scena opere di Brecht, Joyce, San Francesco e Iacopone. Nel 2012 RAITREha trasmesso un suo testo. Nel 2014 è stato finalista del premio internazionale di grafica satirica "Novello". Insegna letteratura presso le Università della terza età di Sesto san Giovanni e Milano (Università Cardinale Colombo)

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