Il film della Comencini in programma al Teodolinda di Monza il 21 dicembre
A SERIOUS MAN, AN ENTERTAINED PUBLIC.
Incredibile e incredibilmente non fastidiosa la portata del flusso di eventi che investe il protagonista. Larry, professore, padre, marito, ebreo, amico: un uomo. Serio? Forse.
Dalla prima scena inizia ad essere un salmone che nuota contro una corrente che immotivatamente lo contrasta di continuo e con modalità senza dubbio picaresche. E’ proprio in questo carnevale di vicende che si depositano il colore ed il brio della pellicola firmata dai fratelli Coen: microstorie originali, forse solo strampalate e sconnesse all’occhio di un miope, ma un buon palato ne saprà cogliere la rappresentatività ed il sarcasmo di cui sono intrise. Piccole straordinarie icone dei nostri mondi, penso, se posso includervi, certamente ottime bozze per tracciare un ritratto della comunità americana ebraica del 1967 dove è ambientato “A serious man”.
I rabbini nelle mani dei Coen diventano figure al confine del clownesco mentre l’amante della moglie, pur se preso in prestito dalla rosa degli attori favoriti di Woody Allen, ricopre qui tutt’altro ruolo, autonomo, a tratti surrealmente divertente e con interessanti risvolti sullo sviluppo delle reazioni del protagonista durante il film.
Poco utilizzate le figure dei due figli adolescenti quasi frettolosamente etichettati da stereotipi banali… mi chiedo se i fratellini, adolescenti a quel tempo in quel contesto, non abbiano voluto proteggersi da un autobiografismo troppo feroce o forse accusabile di esagerata autoreferenzialità.
Per chi non è alla prima pellicola firmata Coen: ricordiamo Il Grande Lebowski e Fratello, dove sei? O anche solo l’ultimo Burn After Reading…non trovate che si senta che qui hanno toccato parte di sé stessi? Un certo retrogusto delicato…non so, che dite?
Lo spazio bianco
Un film di Francesca Comencini. Con Margherita Buy, Gaetano Bruno, Giovanni Ludeno, Antonia Truppo, Guido Caprino
«continua
Salvatore Cantalupo, Maria Paiato
Drammatico, durata 98 min. - Italia 2009. - 01 Distribution
Storia esistenzial-ginecologica di Maria che partorisce al sesto mese di gravidanza una bimba e resta incastrata nell' attesa di sapere se vivrà, tema secolare se non fosse che questa donna incarna quel modello ultramoderno e discusso di single non più giovanissima fermamente decisa a cogliere la sfida dell'orologio biologico. Inoltre Maria è anche madre dei suoi allievi ed in una Napoli crudele e distratta accompagna immigrati, disoccupati e “ultimi” verso la licenza media: un traguardo che potrà essere per loro l'inizio di una vita nuova.
E "Lo spazio bianco" del titolo, metaforico e reale insieme (il biancore del reparto ospedaliero popolato di mamme a metà), è quello nel quale sprofonda la quarantenne: un’apnea passiva, un escludersi dal mondo, mentre allievi, amici, una giudice sotto scorta, anche un medico amoroso, provano a scuotere Maria da quel limbo snervante. Irene aspetta sospesa nel vuoto che la vita dica sì, intanto sua madre anestetizzata dall’attesa man mano scopre attorno a sé realtà e rapporti personali di una ricchezza e una varietà mai sospettata prima.
Un film che gioca con la concezione del tempo e con il dolore e la speranza potendosi permettere di attingere all’eccellente stile narrativo della Comencini, posato e realistico, e alla magistrale performance di Margherita Buy, molto efficace. Entrambe da verificare, lunedì sera!
Pop-corn curiosities
Il film, presentato a Venezia quest’anno è tratto dall’omonimo romanzo di Valeria Parrella, dolorosamente meritevole per la storia intima e per l’affresco di Napoli oltre che per le emozioni che le parole stampate evocano sfiorando corde che anche la miglior pellicola riesce a sfiorare solo con differente tocco.
“Sono stati Domenico Procacci e Laura Paolucci proprio poche settimane dopo che avevo finito di leggere il libro che me ne hanno parlato e mi hanno dato l'idea di trarne un film – ha raccontato Francesca Comencini in una intervista -. Ci sono tanti motivi per cui ho sentito un desiderio molto forte di adattare questo libro. Prima di tutto, mi piaceva poter parlare di maternità e di parlarne al femminile rendendomi conto che di maternità, di nascita, ne parlano in tanti e se ne parla spesso in maniera ideologica o molto retorica, ma ne parlano pochissimo le donne”.
La regista Francesca Comencini ha ricevuto un premio del Movimento per la vita, una sorpresa per lei, femminista, tre figli, politicamente molto di sinistra, ha spiegato nel riceverlo: «Sono per la vita anch'io, attraverso un percorso radicalmente opposto. Il Movimento combatte una battaglia che non è la mia. Eppure siamo entrambi dalla parte della vita».
La colonna sonora scelta per riempire un po’ di “spazio bianco” è rosa, tutta al femminile: Blondie, Nina Simone, Cat Power, Ella Fitzgerald e altre altrettanto celebri artiste.
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intervista Francesca Comencini
Intervista Comencini a Biennale Venezia