In arrivo l'ultima pellicola di Ken Loach.
Inoltre la recensione di "Segreti di famiglia" di Coppola
I “SEGRETI DI FAMIGLIA” COPPOLA, MIX VIOLENTO DI BIANCO E NERO E COLORE
Rewind... cancello ciò che ho pensato discrivere a metà della visione di “Segreti di Famiglia” (Tetro) di Coppola, di lunedì sera, lodi emanate mentalmente dalla mia affollata fila M e poi... ma che bufera entropica si è scatenata nella mente del regista e nel cast?
Bianco e nero e primi piani da mostra fotografica, un personaggio controverso ma lontano da ridicole macchiette, Tetro – Angel, una figura di appoggio col faccino da agnello pasquale che avrebbe stillato istinto materno anche a Crudelia de Mon. E una donna “bella, forte e fragile” che ci balla il tango in slip, una giovane Margherita Buy in salsa argentina.
Presupposti ottimi e anche ben gestiti, con poche mosse intelligenti che offrono anche l’opportunità allo spettatore di visitare il quartiere popolare di Boca, a Buenos Aires, città dove si ambienta la vicenda narrata. Questo per i primi 60 minuti.
Poi tutto si velocizza e acquista una sorta di violenza narrativa, la storia si fa incomprensibile e schizza in platea emozioni troppo poco filtrate. Anche la mano sulla telecamera sembra perdere il tocco da pittore, e resta un sapore di confusione e degenero. Voluta? Me lo chiedo sempre, il dubbio va concesso e ciascuno di noi risponderà d’istinto. Per me non è stato volontario e ne sono anche rimasta irritata, quasi come “tradita”.
La colonna sonora consola la mia sindrome da inganno appassionandomi invece fino ai titoli di coda compresi. Per chi legge ma non ha ancora visto “Segreti di famiglia” consiglio di chiudere gli occhi dopo un’ora e lasciarsi cullare dalle meravigliose melodie classiche o tanghere
Il mio amico Eric
Un film di Ken Loach . Con Eric Cantona, Steve Evets , John Henshaw , Stephanie Bishop, Lucy-Jo Hudson «continua
Gerard Kearns, Stefan Gumbs, Justin Moorhouse, Des Sharples, Greg Cook, Mick Ferry, Smug Roberts, Cole Williams, Dylan Williams, Matthew McNulty, Laura Ainsworth, Max Beesley, Kelly Bowland, Julie Brown
Titolo originale Looking for Eric. Commedia, durata 116 min. - Gran Bretagna, Italia, Francia, Belgio 2009.
Una birra al pub o un film sulla possibile positività dei miti dello sport?
Finora valeva l’equazione Loach uguale film impegnati, a favore dei meno favoriti nelle nostre società. Lo stile era rigoroso, partecipe, con una dominante drammatica. In questa occasione in scena una stupenda storia di amicizia maschile che, complici una birra al pub e una trasferta per seguire la squadra amata, permette di andare oltre le difficoltà della vita. Una sfida - scopriremo lunedì se vinta o persa – nel voler realizzare un’osmosi tra la commedia e il dramma.
Eric è un postino pieno di problemi. È separato da anni dalla moglie e deve crescere due figli adolescenti che continuano a mettersi nei guai. Per fortuna gli rimangono gli amici ed Eric Cantona, il suo mito, che appare prodigo di consigli senza scordare mai di stare sopra le righe, sentenzioso e ironico.
Ken in “Il mio amico Eric” sembra allontanarsi dal mondo “operaio-sindacalista”delle pellicole precedenti (In questo mondo libero, Riff Raff, Terra e Libertà) ma per una buona causa, per mostrare il lato "di sinistra" della tifoseria inglese: quello di chi non vuole dare i soldi ai canali di Murdoch ma vive il calcio come un' esperienza di amicizia e solidarietà.
Un fil per grandi tifosi e mitomani, ma anche per i non-appassionati di calcio che potranno allargare lo sguardo ad un discorso più ampio: la mascolinità contemporanea in crisi, le sue origini e le conseguenze. Un tema importante tanto quanto la lotta operaia un po’ assente ma presentata manifestando un calore amichevole verso questa imperfetta ma sempre fiduciosa (coraggiosamente) umanità. Non abbandona mai la macchina da presa quella dolce ironia con cui Loach li osserva e ce li descrive.
“Il momento magico non è fare goal ma esser parte del passaggio” (Eric Cantona)
POPCORN CUROSITIES
Il mio amico Eric è l’undicesimo film portato da Ken a Cannes, e tra questi Il vento che accarezza l'erba nel 2006 aveva conquistato la Palma d'oro al Festival di Cannes, e ancora più indietro con gli anni Terra e libertà ha vinto il premio FIPRESCI della critica internazionale ed il premio della giuria ecumenica al Cannes Film Festival nel 1995.
Fra i meriti riportati dai giornali, l'interpretazione, di Eric ottenuta dal regista dal quasi sconosciuto Steve Evets, vincitore del preio di miglior atore all’European Film Awards 2009.
Da molti Il mio amico Eric è stata considerata come la versione inglese e calcistica di Provaci ancora, Sam con Cantona nella parte di Bogart.
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Dialogo sul calcio tratto dal film (E.Cantona)