In arrivo il regista rubato alla moda, Tom Ford, con "A single man" e recensione dell'irriverente "L'uomo che fissa le capre" con un Clooney geniale.
Strampalato, irriverente e io aggiungerei curioso e diverte. Ennesima pellicola che affronta la guerra, “L’uomo che fissa le capre” non è perfetto, ma che importa? E’ ricco di battute simpatiche e i due attori protagonisti sono eccellenti nel creare una escalation grottesca che sa anche affondare coraggiosa gli artigli. Non avendo letto il libro di Jon Ronson, omonimo, l'idea che l' esercito Usa possa avere una strategia new age di cui fa parte un innocente gregge di pecore stordite dallo sguardo militare mi sorprende divertendomi; mi affascina il paesaggio del deserto, surreal, dove tutto ciò che succede dovrebbe essere impossibile, come la capra che fa trovare l'acqua ai dispersi. La storia, grazie anche all'ottima performance di Clooney, eccezionale nello sguardo e la mimica, è in grado trasportare lo spettatore come un ruscello copioso di freschezza e ironia, scivola e sorprende. E fa riflettere.
La figura del giornalista, con il volto di Ewan Mc Gregor in cerca di riscatto dopo aver scoperto il tradimento della moglie, è un ottimo compagno di ping pong per un Jeff Bridges anagraficamente perfetto e in codino, alto ufficiale hippie dell' «Esercito della nuova terra». Facile quindi per il bravo Kevin Spacey inserirsi con le vesti di fuorilegge psicotico aggiungendo follia e irriverenza ad una pellicola già particolare nella sua bellezza.
Si sente odore di Coen in questo "L'uomo che fissa le capre", odore di coraggio e di passione, voglia di andare fuori dalle righe e di sperimentare, un buon odore unito a quello dei prossimi pop corn che ci aspettano lunedì prossimo
A Single Man
Un film di Tom Ford. Con Colin Firth, Julianne Moore, Nicholas Hoult, Matthew Goode, Jon Kortajarena.
«continua
Paulette Lamori, Ryan Simpkins, Ginnifer Goodwin, Teddy Sears, Paul Butler [II], Aaron Sanders, Keri Lynn Pratt, Nicole Steinwedell, Ridge Canipe, Nicholas Beard, Brad Benedict, Jenna Gavigan, Brent Gorski, Adam Gray-Hayward, Marlene Martinez, Paul Butler, Lee Pace, Alicia Carr
Drammatico, durata 95 min. - USA 2009. - Archibald Enterprise Film.
Los Angeles, 1962. George Falconer è un professore inglese cinquantenne che insegna letteratura in una piccola università. E’ un uomo solo, dopo che ha perso in un incidente il compagno amato da sedici anni. Straziato dal dolore provocato dal lutto ha intenzione di porre fine a questo tormento togliendosi la vita con un colpo di pistola. Ha deciso di morire e vuole farlo senza lasciare nulla al caso.
E’ la perfezione infatti quella che domina per tutto il film: in “A single man” sono perfette le luci, gli arredi, le facce, le musiche. È perfetta la disperazione tranquilla con cui George prepara la propria morte. E sarà perfetta anch'essa, la morte che verrà, ma non come George l'ha immaginata.
Forse fingendo d'investigare sul dolore cieco generato dalla perdita, Ford tratta il «male di vivere» dell'inglese George Falconer solo come un mezzo per potere firmare una sorta di maxispot dai colori, luoghi, situazioni, volti, look, dialoghi leccati sino all'inverosimile.
Forse.
Forse si tratta di una scelta consapevole del regista che lascia agli spettatori il compito di soffrire appassionarsi e riempire di passione quello che è un capolavoro di estetica che riprende grande dolore e solitudine, ciò che a tutti fanno paura.
Certo è che la pellicola è una vetrina ottimale per il bravissimo Colin Firth che interpreta un personaggio così vistosamente gay nella sua assoluta, immobile, pacata, severa, eleganza inglese,conquistando la platea alla Mostra di Venezia e altri svariati premi. E anche per Julianne Moore che incarna brillantemente una mistica della femminilità d'epoca prigioniera della solitudine e della paura grazie anche alla mano di Ford che la esagera col trucco, la pettinatura, l' abito da sera, i gioielli, le sigarette rosa, e qui il regista “gioca in casa”.
“Un gioiello di modernariato e di mimetismo che lascia il cinema esattamente come l'ha trovato, ma incanterà i perfezionisti, gli ossessivi, chi ama le immagini lavorate come pezzi d'oreficeria e i sentimenti che si incastrano come in un puzzle”.
Così dicono i critici, lunedì quindi misureremo il nostro grado di perfezionismo al cinema!
POP CORN COURIOSITIES
Il film di Ford è tratto dal libro omonimo tradotto in italiano Un uomo solo di Christopher Isherwood, scrittore inglese che lo pubblicò nel 1964.
“A single man” è stato presentato in concorso alla 66ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, dove Colin Firth ha vinto la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile.
Le musiche sono di Abel Korzeniowski e di Shigeru Umebayashi, quest’ultimo è un compositore giapponese già famoso per le colonne sonore dei film “In the mood for love” , “2046”, “My blueberry night”, “Spirit” e “La foresta dei pugni volanti”.
PREMI
Festival di Venezia (1)
Premio Oscar (1)
Golden Globes (3)
BAFTA (2)
LINK
Tom Ford, un texano a Milano (articolo)
Colin Firth alla Mostra di Venezia 2009