20100517_invictus

Dal microcosmo sociale cinicamente rappresentato in “Lourdes”, si passa a filmare gli eventi mondiali, sportivamente con “Invictus” , l’ultimo di Eastwood.

 

 Lourdes: agghiacciante.

Lourdes, semplicemente illuminante, mi vengono ancora i brividi ripensando alla sala da pranzo, al tracollo della suora infermiera, ai primi piani della protagonista e allo sguardo di una madre che osserva Christine guarita tenendo tra le mani i manici della carrozzella della figlia, con la testa sempre più abbandonata alla forza di gravità.

Colonna sonora inesistente, riempie lo spazio il silenzio disturbato dal rumore di posate e di piccoli gesti quotidiani che, nel film, diventano inquietanti “conteggiatori” di meschinità e sofferenza. Le interazioni tra i personaggi, qualsiasi caratura posseggano, sono controllate e creano una sensazione di stasi, attesa…del miracolo? Forse sì, si attende l’evento che, quasi liberatorio, crea crepe in una monotonia assurda e meravigliosamente documentata per tutta la prima parte della pellicola.

Nella seconda parte? Lo stile della regia non cambia ma, nella storia, filtrano gocce di umanità: positiva o negativa che essa sia, sembra che il miracolo scongeli i cuori di molti rendendo più visibili i loro intenti e i loro desideri.

Belli i ritratti tracciati ai vari compagni di pellegrinaggio di Christine, formano un campionario umano su cui da disquisire ce ne sarebbe per molto.

Bella la prevalenza del rosso su tutto, permanente e non invasiva, suggerisce una gamma di simbologie anche contrastanti e antitetiche, a noi di interpretare o semplicemente apprezzare la presenza della tinta.

Invictus - L'Invincibile

Un film di Clint Eastwood. Con Morgan Freeman, Matt Damon, Tony Kgoroge, Patrick Mofokeng, Matt Stern. Titolo originale Invictus. Drammatico, durata 134 min. - USA 2009.

 

“Un campionato mondiale di rugby diventa simbolo d'orgoglio nazionale, del possibile superamento dell'apartheid in Sudafrica, della conciliazione tra l'esigua minoranza dei bianchi afrikaner e l'immensa maggioranza dei neri indigeni”

 E’ la trama di un film che, mi domando, ci terrà incollati agli schermi per più di due ore? Il regista ne sarebbe e ne è stato in grado con i suoi splendidi precedenti lavori. Stavolta? Svolazzano per la sala accuse di buonismo, di agiografia, di mancanza di voci opposte. Si vocifera di un Clint  Eastwood  non al meglio. Eppure molti sono usciti soddisfatti declamando le doti registiche e l’intensità con cui vengono rappresentati la storia e i valori di un popolo.

Azioni sportive, sequenze di suspense, dialoghi brillanti, duelli e rese di conti ma, e anche silenzi, nelle attese, negli sguardi meditabondi, tutto quello con cui ha avuto a che fare Clint per questo “Invictus”: sport e politica, è un binomio che si porta solo coraggiosamente sugli schermi. Eastwood sembra averlo fatto nel rispetto dell’autenticità di entrambi e nella ricerca continua di un’unione degli opposti, in entrambi gli ambiti in cui c’è lotta.

 Concludo con un sentito dire:

“Eastwood, americano, bianco, conservatore dichiarato, ci dà è una lezione morale. Perché si può pensarla come si vuole, ma i principi di fratellanza, di magnanimità, di rispetto e perdono devono essere principi al di là di ogni credo, devono essere il terreno da cui una civiltà nasce e su cui prospera. Come già in Gran Torino si sofferma e mette a fuoco le cause della crisi ideologica e civile che attanaglia la società contemporanea e allo stesso tempo ci indica i modi, la via, per uscirne. Lo fa con l'ammirazione verso l'esempio di due uomini, uno piccolo (il vecchio reduce Walt Kowalski. Personaggio sportivo nel film) e uno immenso (Nelson Mandela, invictus ossia indistruttibile) accomunati dalla stessa condotta di vita basata sulla coerenza delle proprie scelte e sull' onestà, etica e intellettuale, che conosce il senso profondo di ogni parola data”.

 

POPCORN CURIOSITIES

La sceneggiatura di “Invictus”, di Anthony Peckham, è tratta dal libro “Ama il tuo nemico” di John Carlin, giornalista (edito in Italia da Sperling & Kupfer), il direttore della fotografia Tom Stern.

Invictus è il titolo di distribuzione annunciato a termine dell'intera produzione. Nel corso del ciclo di lavorazione era usato il titolo provvisorio The Human Factor.

 PREMI

Premio Oscar
Golden Globes
David di Donatello

4 National Board of Review Awards 2009: miglior attore (Morgan Freeman), miglior regista, Premio per la libertà di espressione, Miglior dieci film

LINK

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sito ufficiale (ita)

Intervista a Morgan Freeman