Dopo la gita in Iran a caccia di "Gatti Persiani" si torna nell'Italia di Soldini: "Cosa voglio di più"
Se al sentir parlare di film iraniani ancora ci si aspetta il mattone di più di due ore con tre parole di dialogo e immagini fisse, attori non professionisti e tanta tanta enigmatica poesia… bhe, si sbaglia! “Gatti persiani” si aggira ormai da qualche mese nelle sale del continente e nulla ha a che fare con la vecchia noia e incomprensibilità di genere, il film è guardabile e da guardare. Nonostante i dialoghi stentino ancora a decollare, piccola eredità degli antenati film pesanti, le immagini e la musica si fondono in quella che risulta essere arte rappresentativa.
I sotterranei di Teheran si raccontano veramente a modo loro in questa pellicola ed è bello salire e scendere le scale, svoltare gli angoli in tre a bordo di una motoretta malconcia, c’è ansia e gioia nell’attendere i passaporti in una stanza, davanti agli occhi di un vecchio delinquente che in quel momento è invece, per noi tutti, un benefattore.
Iran a parte, in modo trasversalmente mondiale, nel film si parla di sogno e si passa tutta la sera ad inseguirne uno e a far sì che si avveri. Tutta la sera trascorsa a vedere due giovani che vogliono partire e suonare e viaggiare, vivere, lasciare il luogo dove le carrozze sono solo per donne, e niente film e niente musica e niente “qualsiasi cosa che possa essere divertimento”. Molto ricorda l’adolescente di Persepolis questa censura che affligge soprattutto gli adolescenti tenuti a forza lontano da ciò che per un quindicenne italiano costituisce le fondamenta del proprio vivere e crescere quotidiano.
Tutta la sera ad inseguire un sogno e, mi auguro, tutta la vita. Nell’insistenza del casting fra strambi musicisti di strada e l’attesa di magici documenti e vie di fuga si esprime la caparbietà e la determinazione dei protagonisti, tanto fragili, indecisi e tanto ”qualunque”. Come noi.
Cosa voglio di più
Un film di Silvio Soldini. Con Alba Rohrwacher, Pierfrancesco Favino, Giuseppe Battiston, Teresa Saponangelo, Monica Nappo. Commedia, durata 126 min. - Italia, Svizzera 2010.
L'adulterio ai tempi della crisi, è proprio quanto ha messo in scena il regista Silvio Soldini, abile pittore realista di una società italiana in evoluzione e spesso abbozzata sullo schermo attraverso stereotipi o polemiche. Lunedì invece prepariamoci ad una storia qualunque, una vicenda che potrebbe essere quella raccontata dalla collega fumando una sigaretta in pausa o l’altra captata nei vagoni, di ritorno, in metropolitana.
Sesso, lavoro, amore, incontri. Desideri da esaudire e desideri sopiti, si incrociano scontrandosi e danno vita alla storia, clandestina tra Anna (Alba Rohrwacher) e Domenico (Pierfrancesco Favino), amanti che vivono il loro dramma a luci rosse come se dovessero istruire partecipanti a un seminario anziché spettatori muniti di biglietto.
Proseguendo sulla linea di Giorni e nuvole, ma più nascostamente, Soldini porta alla luce una storia umana qualunque con il puro scopo di raccontare il contesto economico-sociale che ospita le nostre vite. Senza spiccare il volo, ma neanche troppo analizzare, possiamo osservare da vicino l’ottima interpretazione di uomini e donne comuni che, senza esplicitamente dichiararlo, con la loro esperienza vogliono ricalcare anche il rinnovamento culturale che stiamo vivendo, forse subendo, forse promuovendo. Cosa voglio di più?
POPCORN CURIOSITIES
Il titolo: solitamente i film di Soldini, durante la lavorazione, si chiamano con il nome della protagonista, Cosa voglio di più invece era già il titolo di lavorazione del film, scelto da Doriana Leondeff per caso: "mi sembrava triste solo 'Anna e Domenico', così per associazione di idee con la canzone di Battisti ho pensato a Cosa voglio di più, ma non era una cosa definitiva, invece poi è piaciuto così a tanto a tutti, produttori inclusi che l'abbiamo mantenuto".
PREMI
Nastri d'Argento
LINK
La passione secondo soldini - intervista
intervista ad attori e regista