Il ghiaccio del thriller scandinavo "La regina dei castelli di carta", terzo capitolo di Millenium, si scioglie nel mare italiano del romantico "Sul mare" con un D'Alatri sempre portatore sano di cinemautentico
Al termine di una trilogia, come al concludersi di una impresa, spontaneo viene fare bilanci e tirare conclusioni: per questa volta mi piegherò a tale umana consuetudine per non entrare nel merito della trama e della regia di “La Regina dei castelli di carta”, film onesto e guardabile senza sfiorare la pretesa di modificare l’esistenza del pubblico né di scalfirla in alcun modo.
Uscendo dal cinema mi chiedo cosa ha regalato questo tris di pellicole al mondo del cinema e allo “spettatore medio di film”. Il paesaggio è il primo elemento che mi salta all’occhio, forse perché lo reputo il sapore prevalente di tutti e tre i film, il filo conduttore e, anche, il punto in cui maggiormente si concentra l’atto di coraggio della trilogia nei confronti delle colleghe americane.
Neve, ghiaccio e freddo, e il circolo polare artico, non solo protagonista di meravigliose riprese, ma anche scenografia di una cultura e una condotta di vita ben diversa da quella che siamo abituati a vedere nei polizieschi blockbuster. Niente stereotipi di vittime e poliziotti, cambiano linguaggio e tempistiche; si respira un po’ di Europa, da un lato, un po’ di Russia e Polo Nord, dall’altro.
Artic style che io ho molto apprezzato, seppur non particolarmente entusiasta delle tre visioni larssoniane, tre esperienze che spero abbiano un seguito, dato che ormai è stato rotto il ghiaccio.
Sul mare
Un film di Alessandro D'Alatri. Con Dario Castiglio, Martina Codecasa, Nunzia Schiano, Vincenzo Merolla, Raffaele Vassallo. Commedia, durata 100 min. - Italia 2010. - Warner Bros
“Sul mare” ci sono due scommesse:
-dimostrare che non tutti i ragazzi sono melensi come i protagonisti del nostro cinema Moccioso
-dimostrare che si può fare un film produttivamente impeccabile anche con pochissimi soldi
Entrambe vinte, e noi stessi lo potremo verificare a casa del regista D’Alatri che, al suo settimo film, scegliendo di utilizzare tecnologie digitali e low cost, è riuscito a mettere in scena una onesta storia d’amore che non cola sentimentalismi e stereotipi come un gelato al sole. Sì, è ancora possibile, e con ingredienti tutti italiani: c’è il nostro mare, la solitudine di “ogni uomo è un’isola” e le inquietudini graffianti e gli ultimi anni. La debolezza, reale o affettata, in versione femminile sprizza dai pori di Martina, la ragazza del nord in vacanza, aspirante giornalista che soffre di psoriasi e insicurezza, non è più felice Salvatore, due lavori sulle spalle, propensione all’isolamento e esplicitamente innamorato della bella vacanziera fragile. “Come è come non è” il regista racconta una bella storia d’amore, né troppo fiaba né troppo tragedia, onestamente mostra sentimenti senza sottotitoli sullo sfondo di paesaggi che ricordano quelli di “Respiro” e “Il postino”, nessuna citazione esplicita e pretenziosa ma solo cinema italiano che si pensa sempre di non avere in repertorio. Checchè ne dica la locandina, sembra, a guardarlo bene, un film meritevole di visione.
POPCORN CURIOSITIES
Lo spunto per il film è dato un romanzo di Anna Pavignano («In bilico sul mare») di cui si ricorda ancora la collaborazione con Massimo Troisi come sceneggiatrice , infatti ha scritto tutte le sceneggiature dei suoi film, compresa quella de 'Il Postino' per il quale è stata anche candidata all'Oscar per la migliore sceneggiatura.
“Sul mare” è stato girato tutto in digitale, utilizzando una macchina da presa Sony X3, full HD che ha permesso di ultimare il film in meno di un anno e di sperimentare nuovi mezzi tecnici.
Dicono: “la bella fotografia di Alessio Gelsini evoca sui due, fra cielo e mare, atmosfere che tanto più sono reali e più sanno di sogno”.
PREMI
Festival Alabarda d'oro.(2010)
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