Libri ritrovati. Un titolo scomodo, messo all'Indice nel 1558. I Ragionamenti tra Antonia e Nanna si sviluppano in un dialogo serrato, divertente e irriverente, in tre giornate: il sesso sfrenato di “monache”, delle “donne maritate” e delle “puttane”.
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n Libro particolare e scomodo tra quelli ritrovati. L’edizione è quella della Newton Compton Italiana del1972. Interessante anche che questa edizione presenti una breve introduzione di Alberto Moravia a testimoniarne il valore culturale e letterario.
Perché particolare e scomodo? La prima edizione del testo è del 1534: “Ragionamento della Nanna, et della Antonia, fatto in Roma sotto una ficaia. Composto dal divino Aretino per suo capriccio a correzione dei tre stati delle donne.” Edito a Parigi. Nel 1558 l’Indice proscrive tutte le opere di Aretino, pure fu scrittore, poeta e commediografo colto e di grande modernità per il tempo e alieno da formalismi e dentro il ventre del Rinascimento rimandandone una immagine non usuale, per molti inaspettata e del tutto irrispettosa del potere in una società permissiva.
Particolare perché i Ragionamenti tra Antonia e Nanna si sviluppano in un dialogo serrato, divertente e irriverente, in tre giornate, la prima che interessa il sesso sfrenato di “monache” dentro e fuori i monasteri, la seconda che parla sempre di sesso e libidine delle “donne maritate” , la terza della vita delle “puttane”.
Nella mia edizione c’è anche il “Dialogo (…) nel quale la Nanna” il primo giorno “insegna alla Pippa sua figliola a esser puttana”, nel secondo gli conta “i tradimenti che fanno gli uomini a le meschine”, nel terzo e ultimo “la Nanna e la Pippa (…) ascoltano la comare e la balia che ragionano della ruffiania”, poi altra parte nella quale il “Zoppino fatto frate, e Ludovico puttaniere trattano de la vita e della genealogia di tutte le cortigiane di Roma”.
Scomodo ovviamente per il contenuto e linguaggio a dir poco senza peli sulla lingua, non certo aulico. D’altra parte Aretino era famoso al suo tempo, per i “sonetti lussuriosi”, per le stesse “pasquinate” che non salvavano nessuno, dal singolo nobile o commerciante su, su, sino a cardinali candidati Papa e allo stesso Papa. Personaggio scomodo che subì anche assalti e ferite, nato nel 1492 ad Arezzo e morto a Venezia nel 1556. Come molti degli intellettuali del suo tempo al seguito e protetto da potenti, laici ed ecclesiastici che, come Giulio dei Medici, diverrà persino Papa.
Se qualcuno lo troverà, magari in altra edizione più recente, scoprirà come il linguaggio riferito alla sessualità nei suoi varia aspetti, compresi termini specifici di parti del corpo e degli atti sessuali singoli o di gruppo, sinonimi e simboli, ma anche comportamenti tra uomo e donna, siano leggibili, quasi come avvenuti solo qualche anno fa: “Dico che merita gran laude, per non essere di quelle cacasotto, che non le basta l’animo di pisciare nel letto, e dire noi siam sudate”. Per il sesso tra una Badessa in Monastero e un Bacelliere, tra tante cose: “E si pigliava un piacere da mille forche nel cavare e mettere ridendo a quel non so che, che udiva a lo entrare, e a lo uscire del piuolo simigliante a quel lof, tof e taf che fanno i piedi de peregrini, quando trovano la via di creta viscosa, che spesso gli ruba le scarpe”. Per le puttane: “Quelli che vengono per vedere Roma, vogliono viste le anticaglia, anche vedere le modernaglie, cioè le signore…”. Per l’insegnamento alla figlia Pippa: “E perciò non è il diventar puttana mestiere da sciocche, ed io che il so (…) e bisogna altro, che alzarsi i panni, e dir, fa che io fo, chi non vuol fallire il dì che apre bottega”. Dico qui il meno che si legge nel testo. Interessante anche un Glossarietto allegato con molti termini descrittivi in particolare di tutto quanto interessava il sesso nel Rinascimento. Una stagione permissiva come nota Moravia. Insomma una lettura molto divertente e ironica sul sesso, nella tradizione classica e antica di riderci sopra. Una lettura che ci fa scoprire talvolta cosa ci divide o meno dal passato. Interessante perché ci fa capire che la Storia, per capire il passato, non è fatta solo di grandi eventi come la scoperta dell’America (stesso anno della nascita di Aretino) o le guerre, ma anche, come si dice nel testo, il modo di “chiavare” o di darsi da fare col “Cazzo” e con la “Potta”.