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Wallsound incontra nuovamente il gruppo brianzolo dopo quasi 4 anni, per scoprire le novità del loro percorso, tra cui un nuovo album in uscita

 

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i abbiamo conosciuti a fine 2009 gli Arancioni Meccanici, festaioli dall’animo dark che compongono brani fortemente influenzati dal sound anni ’80, con la ballabilità, l’elettronica e la leggerezza che lo caratterizzano.

Forse è proprio quell’aspetto leggero che il trio (nocciolo duro della band, resistito a travagliati cambi di line-up) sta cercando di mettere un po’ in ombra, a seguito della propria crescita e maturazione, tanto personale quanto musicale.

Nero è infatti il titolo del loro ultimo lavoro, in uscita a partire da giugno 2013.

Li abbiamo conosciuti scherzosi e ridanciani. Festaioli sono sicuramente rimasti, ma il momento è arrivato per loro di prendersi sul serio.

 

 

L'intervista

Dall’ultima volta che ci siamo incontrati sono passati quasi 4 anni: cos’è successo in questo tempo?

Massimo: io mi sono sposato! [risate, ndr]

Dall’ultima volta che ci siamo incontrati, fine 2009, abbiamo pubblicato un primo disco Arancioni Meccanici nel 2010 autoprodotto e distribuito dalla Venus (che purtroppo non esiste più), mentre a partire da giugno di questo anno vedrà la luce il nostro nuovo album Nero, sotto la Seahorse Recordings e distribuito da Audioglobe.

Abbiamo avuto anche dei cambi di formazione: alcuni membri non fanno più parte della band, ma si è unito a noi Marcello.

 

Compite quest’anno il decennale della nascita della band. Vi sentite di festeggiare? Come?

Noi festeggiamo sempre, anche senza un particolare motivo: festeggeremo di sicuro!

Siamo partiti in totale amicizia da una semplice sala prove e abbiamo lavorato sodo giorno dopo giorno alla nostra musica con impegno sempre crescente e con risultati sempre migliori, sia a livello personale che di insieme. Quando vedi, poi, che l’impegno viene ripagato da risultati soddisfacenti, allora certo che senti di aver raggiunto qualcosa da celebrare.

Il lato bello è che questo si riflette non solo a livello musicale, ma soprattutto a livello interpersonale, della nostra amicizia.

 

Come è cambiato dal vostro punto di vista il sound della band? La mia impressione è che si avverta una nota più malinconica e meno scanzonata: cosa ne pensate?

Di sicuro siamo cresciuti e maturati, perciò le nostre tinte sono diventate più scure, ma di sicuro non manca mai nella nostra musica l’approccio più gioioso, quel qualcosa che ti dà la spinta.

Il suono di questo disco infatti possiamo accostarlo più all’alba, che sta a metà tra la notte e il giorno: di sicuro è meno luminoso dell’album precedente, sdrammatizza meno rispetto al primo, ma non possiamo definirlo totalmente oscuro.

 

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Come è uscito allora il Nero dall’Arancione?

Diciamo che questa definizione, Nero che dà il nome al disco, è forse più rappresentativa del periodo poco facile che stavamo attraversando come gruppo nel momento in cui lo stavamo componendo, più che essere rappresentativa della sua musica.

Il nome è uscito molto spontaneamente, ci chiedevamo “Come lo chiamiamo questo disco?” e Gianfranco ha detto di getto: “Nero!”. Ci è piaciuto subito e lo abbiamo tenuto.

Come ha contribuito il cambio di line-up in questo senso?

Questo cambiamento si vede soprattutto nelle nostre esibizioni live, dato che ci presentiamo senza batteria, sfruttando la batteria elettronica e l’effettistica grazie al contributo di Marcello.

L’approccio è decisamente anni ’80, come dicevamo, crediamo si sposi bene con il genere di musica che suoniamo.

 

Dalla vostra primissima formazione nel 2003 si è dovuto aspettare fino al 2010 per vedere una vostra produzione. C’è un motivo per l’attesa di 7 anni?

In realtà abbiamo iniziato a muoverci molto prima, infatti nel 2005 abbiamo realizzato una demo, da cui è stato tratto anche un video che è addirittura passato su Rocktv. Il primo disco poi abbiamo iniziato a scriverlo nel 2007 e un anno dopo era già pronto e la data del 2010 è arrivata più per tempi tecnici che per altro. Una questione che si evidenzia soprattutto quando ti autoproduci.

A volte invece ci impuntiamo noi come band sulla qualità del prodotto, come per Nero, dove lo stadio del mastering (fase finale della produzione di un disco) ci è stato talmente a cuore da insistere molto su questo passaggio prima di ottenere il prodotto finito.

 

Ritorniamo al discorso territorio Monza e Brianza: in questi anni avete trovato la situazione cambiata rispetto al 2009/2010?

Guarda, il musicista ha bisogno di suonare in giro e di questi tempi ci sono un sacco di gruppi e pochissimi posti dove farli esibire.

In questi ultimi anni infatti la situazione non sembra essere molto cambiata, i locali per suonare sono fondamentalmente sempre gli stessi, la situazione è stabile.

Rispetto a 10 anni fa la situazione è di sicuro cambiata, in peggio però.

Il vostro nome si è affermato (ulteriormente) dandovi maggiori opportunità di esibirvi dal vivo?

In realtà stiamo appena iniziando il nostro percorso avendo alle spalle etichetta, distribuzione e un minimo di booking, perciò restiamo in attesa di vedere come va.

Nel frattempo possiamo dire che abbiamo avuto degli ottimi riscontri nell’essere riconosciuti anche da persone che magari non conoscevano la nostra musica! Questo sia all’interno che all’esterno della zona di Monza e Brianza.

Cosa ne pensate invece dei social network come mezzo di auto promozione? Fino a qualche anno fa andava fortissimo MySpace come luogo virtuale per i musicisti, adesso sembra aver preso piede anche in questo Facebook. Cosa ne pensate?

Il passaggio da un social all’altro è stato semplicemente un travaso in realtà. Tutto ciò che c’era su MySpace è stato trasferito in blocco su Facebook, ma la sostanza non cambia molto.

La questione più che altro è che a volte si tende a parlare più del social network, quindi della piattaforma che fornisce musica, che non della band in sé, che sembra essere ridotta a contorno, solo ad un file.

Noi comunque li utilizziamo, sfruttiamo lo spazio che viene messo a disposizione per parlare della nostra band e per diffondere notizie. Cosa che prima funzionava con i flyer ed il volantinaggio, una pratica che è un peccato che non esista più.

 

A chi suggerireste di ascoltarvi?

Gianfranco: io direi ai bambini, fino ai 7-8 anni, non oltre.

Massimo: io suggerirei le ragazze, le ventenni…ma anche le quarantenni…ma un po’ tutti direi!

Andrea: ma sì, anche io non mi sento di identificare un target preciso, perché ho l’impressione che la nostra musica si ponga come estemporanea rispetto ai macrofiloni di genere che si trovano soprattutto adesso.

Arancioni Meccanici live @ Tambourine (Seregno)

Componenti: Andrea (chitarra); Gianfranco (voce); Massimo (chitarra); Marcello (collaborazione all’ effettistica)

Città: Seregno

Genere: dark party

MySpace: www.myspace.com/arancionimeccanici

Facebook: it-it.facebook.com/arancionimeccanici