Analisi semiseria dei manifesti elettorali 2010
Ci risiamo. Ad ogni tornata elettorale le nostre città vengono immancabilmente tappezzate di cartelloni di tutti i formati, dal 6x3 in tangenziale ai piccoli manifesti affissi alla fermata dell'autobus. Difficilmente passano inosservati, sostituendo per un paio di mesi i soliti cartelloni pubblicitari con calciatori telefonodotati, automobili vaganti nel deserto e mulatte in guepiére.
In queste ultime settimane iniziano ad apparire i primi manifesti dei candidati alle prossime Elezioni Regionali. Vediamo insieme su quali idee puntano i candidati e quali sono state le loro scelte (o meglio, quelle delle loro agenzie di comunicazione).
Iniziamo da Filippo Penati, candidato di PD e alleati. Scelta "minimalista" per lui: sfondo bianco, senza elementi di disturbo che possano distrarre l'attenzione dalla sua figura e dal messaggio che campeggia chiaro, "Penati Presidente", tanto diretto e semplice quanto privo di fantasia.
Nessun altro dettaglio, non un simbolo dei partiti che lo appoggiano (ah già, che sciocco, dimenticavo che votiamo la persona, non i partiti...), pochissimi elementi grafici a completare il manifesto.
Penati appare sorridente, in un elegante abito blu, inquadrato con un piano americano, in una posa disinvolta, con tanto di mano in tasca. Non so voi, ma a me quella mano sembra quasi dare una "toccatina" scaramantica ("...mumble mumble...Speriamo di non fare la stessa fine delle ultime Elezioni Provinciali...")
Il governatore uscente, Roberto Formigoni, appoggiato da PDL e Lega, punta tutto sulla compartecipazione, sull'unione, sulla comunione (senza Liberazione), quasi in stile "social", che fa molto cool ultimamente. Nessun simbolo di partito anche in questo caso.
Lo slogan è "Roberto, uno di noi", e la foto lo ritrae sereno e sorridente; lo sarei anche io, se mi apprestassi ad inaugurare il mio quarto mandato consecutivo e a tagliare il traguardo dei 20 anni alla guida del Pirellone.
Sullo sfondo della foto compaiono centinaia di piccolissimi ritratti che sembrano comporre il suo volto. L'unione fa la forza, verebbe da dire, ma a me personalmente sembra dire compiaciuto: "io ho più amici di te su facebook".
Sicuramente una campagna con un cicinin di fantasia in più di quella di Penati, sebbene i creativi abbiano usato una tecnica simile al "photo mosaic", già vista più volte. Tramite un software è possibile infatti creare, attraverso centinaia di piccole foto, un volto o una figura di maggiori dimensioni.
Un attivista politico americano ha usato questa tecnica nel 2004 per realizzare un'immagine tristemente famosa: il ritratto di George W. Bush composto con i volti di circa 1500 soldati USA morti sul campo in Iraq. Oppure, con un intento satirico e meno crudo, il volto di John Ashcroft (ex senatore e Ministro della Giustizia nel primo mandato di G.W.Bush) è stato ricreato partendo da centinaia di foto porno.
Nel caso di Formigoni direi che siamo però alla lezione 3 di Photoshop: "Creare un Layer trasparente".
(Ah, non provate a cliccare sulla foto qui sotto, non si ingrandisce, pervertiti!)
Il candidato regionale dell'UDC, Enrico Marcora, si presenta con una serie di manifesti, in cui appare in classica posa da risvolto di copertina, con un sorriso sornione. I manifesti hanno la stessa immagine, un unico filo conduttore ("Un impegno serio") ma diverse declinazioni dell'impegno stesso: il lavoro, la casa, le piccole e medie imprese e l'immancabile sostegno alla famiglia (tanto che il suo "capo" ne sostiene ben due).
Tutti buoni propositi, senza dubbio condivisibili da chiunque, certo. In particolare, "Più lavoro ai giovani e ai 40-50enni". Mancano solo i bambini dell'asilo e i pensionati e abbiamo fatto l'en plein.
In tutti i casi compare ben evidente (a differenza dei manifesti dei due Big) il simbolo del partito e il nome di Casini. Ottima scelta, poichè la reazione dell'elettore medio davanti ad un manifesto privo di simbolo sarebbe sicuramente stata: "...E questo chi è?".
Qualcuno potrebbe invece ricordarlo come candidato alle ultime elezioni Provinciali, quando portò a casa il 3,7% dei voti. Senza dubbio anche questa volta turberà i sonni dei candidati dei due poli.
Il più creativo è sicuramente Domenico Zambetti, Consigliere Regionale UDC, ex Assessore alla Qualità dell'ambiente (ottimo lavoro, bisogna riconoscerlo) ed attualmente Assessore all'Artigianato e Servizi. Il suo manifesto è decisamente il più colorato e dinamico in assoluto e si staglia contro il cielo grigio di Milano. Anche per lui nessun simbolo di partito.
I punti cardine del suo agire politico (Ambiente, Artigianato, Famiglia...in rigoroso ordine alfabetico) fanno bella mostra di sè, sotto il motto "Coloriamo la Lombardia" e il suo ritratto in policromia. Un uomo per tutte le stagioni, si direbbe.
Aspetta, ma dove ho già visto questa idea??? Ah sì, i celebri ritratti di Marilyn Monroe, Mao, Che Guevara. Peccato solo che Andy Warhol sia morto da più di 20 anni. E che Zambetti non sia una icona altrettanto forte.