La verità, vi prego, sulla politica. Intervista a Maurizio Romanò, candidato alle scorse regionali con il M5S: la sua esperienza nel Movimento e le riflessioni sul suo successo
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a maggiore novità di questi ultimi anni nel panorama politico italiano è stata senza dubbio l’ascesa del Movimento 5 Stelle, il movimento fondato da Beppe Grillo che è arrivato ad essere l’ago della bilancia all’interno del Parlamento italiano dopo le ultime elezioni. In questi mesi è stato possibile leggere molte analisi sul Movimento, alcune a favore, molte contrarie, tanto che ormai i maggiori schieramenti in rete e nel mondo dell’informazione sembrano essere quelli pro-Grillo e anti-Grillo. Per capire qualcosa di più, noi di Vorrei abbiamo fatto ciò che in pochi hanno realmente tentato di fare, cioè dialogare con chi del Movimento fa parte. Abbiamo quindi contatto Maurizio Romanò, attivo da un paio d’anni nel M5S e candidato nella loro lista alle scorse elezioni regionali per la provincia di Monza e Brianza. Ecco cosa ci ha detto sulla sua esperienza e su quella dell’intero Movimento.
Il nostro dossier si intitola “la verità, vi prego, sulla politica”. Oggi non si può evitare di parlare del Movimento 5 Stelle quando si cerca questa verità, dato che ha assunto una forza considerevole in tutto il paese. Vorrei però iniziare per una volta dal singolo, cioè dalla sua esperienza, per poi cercare di capire a un livello più alto il Movimento e il suo successo. Ha avuto esperienze politiche precedentemente? Cosa l’ha spinta ad entrare nel Movimento? E poi a continuare il suo impegno fino ad arrivare alla candidatura per le regionali?
Non ho mai svolto una militanza attiva in un partito o associazione politica prima di entrare a far parte del Movimento 5 Stelle. Da studente ho partecipato anch’io al dibattito politico (erano gli anni ’70, ora ho 53 anni), ma senza mai aderire ad alcun movimento. Ho anche fatto esperienze di volontariato, ma rimanendo sempre ai margini dei luoghi del potere politico.
Questa scelta di vita rappresenta per me anche un impegno etico e civile, una volontà di servizio nei confronti di chi ha bisogno di aiuto.
La scelta di prendere parte attiva nel Movimento 5 Stelle è nata da un sentimento di indignazione ed esasperazione per ciò che sta avvenendo nel nostro Paese, che è diventato insostenibile. Nella mia vita ho sempre lavorato nel settore socioassistenziale, e la professione che svolgo attualmente (sono psicologo psicoterapeuta) mi porta quotidianamente a contatto con la sofferenza delle persone. Questa scelta di vita rappresenta per me anche un impegno etico e civile, una volontà di servizio nei confronti di chi ha bisogno di aiuto. Nel mio lavoro vedo con chiarezza che moltissimi disturbi che ci affliggono non sono i sintomi di patologie individuali, ma sono espressione di un disagio sociale, collettivo, espressione di una società malata e malgovernata. Non riuscendo più ad assistere a questo decadimento sociale, politico, economico, culturale, senza reagire, come ci ha abituati la classe politica italiana, che si è dimostrata più interessata ai propri piaceri personali che ai bisogni dei cittadini, ho deciso di fare qualcosa di più incisivo per cambiare questo stato di cose. Anch’io faccio parte della schiera degli indignati. Non posso e non voglio voltare lo sguardo dall’altra parte. Da qui è nata la mia scelta di contribuire ad un processo di cambiamento all’interno del Movimento 5 Stelle, che fra tutti i movimenti civili è quello che si sta dimostrando più sensibile ai bisogni dei cittadini.
Nel Movimento ciascuno offre il proprio apporto in base alle proprie disponibilità e alle proprie competenze. Per me è stato quasi naturale trovarmi a collaborare con il Gruppo di Lavoro che si occupa di Sanità e Welfare, ed ho offerto il mio contributo alla realizzazione del Programma Sanità del Movimento 5 Stelle per la Regione Lombardia. Alcune delle mie proposte sono entrate a far parte del Programma, in particolare quelle che fanno riferimento alla riorganizzazione dei servizi di salute mentale ed ad un progetto di legge per istituire la figura dello psicologo di base nel servizio sanitario nazionale.
Nel momento in cui nel Movimento è iniziata la raccolta delle candidature per le elezioni Regionali, mi sono sentito ancor più responsabilizzato nel processo di cambiamento in corso ed ho offerto la mia disponibilità. Le elezioni interne al Movimento per la scelta dei candidati, le regionalie, si sono svolte nella più completa trasparenza e con grande interesse e partecipazione da parte degli attivisti brianzoli. A differenza dei soliti partiti, che impongono candidature e poltrone dall’alto con i metodi che tutti ormai conosciamo, la scelta dei candidati del Movimento 5 Stelle è stata fatta dalla base degli attivisti. Tutti gli iscritti al Movimento hanno potuto conoscere i candidati della propria circoscrizione, prima attraverso il portale web del Movimento (tutti i curriculum erano online), poi di persona nel corso di un’assemblea pubblica, che si è conclusa con una votazione che ha indicato i 7 candidati alla carica di consigliere per la circoscrizione Monza Brianza. La votazione si è poi ripetuta ufficialmente attraverso internet, per confermare la decisione dell’assemblea. Le modalità usate dimostrano la volontà di costruire una democrazia diretta, partecipata, dove chiunque può portare il proprio contributo, secondo la regola ‘uno vale uno’. Risultare fra i 7 candidati prescelti dagli iscritti al Movimento è stato un riconoscimento del mio impegno.
Le storie degli altri candidati e iscritti al movimento sono simili alla sua o c’è una forte eterogeneità nelle scelte?
Da quanto mi risulta ogni attivista ha una storia a sé. Ognuno si è avvicinato al Movimento provenendo da strade diverse; c’è chi si è impegnato in precedenza in lotte sociali all’interno di movimenti civili o ha svolto militanza politica. Qualcuno in passato è anche stato candidato in precedenti elezioni comunali con un altro partito, prima di aderire al Movimento. Altri invece si sono avvicinati al Movimento come prima esperienza di partecipazione alla vita politica e sociale.
Si è spesso parlato di anti-politica riferendosi al Movimento 5 Stelle. È d’accordo con questa definizione? E crede si possa usare anche oggi, nonostante la presenza in parlamento e a tutti gli altri livelli rappresentativi in Italia?
Non sono d’accordo con la definizione di anti-politica riguardo il Movimento 5 Stelle. Ovviamente se intendiamo per politica quello che la casta ha dato a vedere di se stessa, ossia considerare i problemi quotidiani dei cittadini secondari e privilegiare la difesa degli interessi personali o particolari di qualche gruppo di potere partitico, economico o finanziario, allora la nostra può essere definita antipolitica. Da questo punto di vista, il Movimento si differenzia totalmente da questo modo vergognoso di intendere la gestione della cosa pubblica. Certo, le istituzioni in cui si trova ad operare oggi il Movimento sono quelle della tradizione politica classica (mi riferisco ai Consigli Comunali e Regionali, ed al Parlamento), ma non è impossibile immaginare altre forme di gestione della cosa pubblica, con modalità più allargate, più partecipate dai cittadini, più dirette e veloci, anche grazie ad internet.
La ragione del fallimento dei partiti sta nel tradimento della fiducia che i cittadini hanno riposto in loro
Beppe Grillo ha affermato che il movimento non è di destra né di sinistra e che il tempo delle ideologie è finito. Secondo lei è veramente possibile prescindere totalmente da queste categorie e da una base che sia almeno in parte ideologica? Non è anche per questo che i partiti in questi anni hanno fallito?
Anche quel grande artista che è stato Giorgio Gaber si era chiesto tempo fa (ricorda la sua canzone ‘Destra sinistra’ di oltre dieci anni fa?) se le definizioni di destra e sinistra avessero perso il loro significato, ironizzando sul fatto che già allora la distinzione era puramente ideologica e che le differenze fra le due parti erano ormai così ridotte, da apparire a volte indistinguibili. Con il tempo, questa tendenza si è ulteriormente accentuata. Il recente governo Monti, sostenuto da forze politiche di diverse posizioni, ci ha mostrato come dei partiti tradizionalmente collocati in posizioni opposte possano confluire su un progetto comune vantaggioso per loro. Questo fatto nella politica degli anni ‘60 – ‘70 era del tutto inimmaginabile.
Personalmente non credo però che sia questo il vero motivo per cui i partiti hanno fallito. La ragione del fallimento dei partiti sta nel tradimento della fiducia che i cittadini hanno riposto in loro per parecchi anni.
Secondo lei tutto ciò che è stato fatto e viene fatto dai partiti tradizionali è veramente da cancellare ed abolire? È un’idea diffusa all’interno del Movimento quella che non ci sia davvero nulla di buono a nessun livello?
È difficile dare una risposta secca ad una domanda posta in questi termini. Sono convinto che nella storia i partiti tradizionali abbiano svolto una funzione molto importante nella gestione del nostro Paese, ma i costi economici e le contraddizioni che sono emerse non rendono più praticabile un modello di organizzazione di questo tipo.
Il Movimento 5 Stelle sarebbe potuto esistere senza internet, secondo lei? La rete era l’unico modo possibile per incanalare il malcontento verso la vecchia politica?
Ogni epoca storica ha avuto i propri strumenti per diffondere i messaggi dei leader politici. Le forme di comunicazione però sono cambiate vertiginosamente negli ultimi 20 anni, e questa tendenza oggi non si è ancora stabilizzata. Basti pensare a Twitter, di cui lo staff del Papa ha fatto uso recentemente, e confrontarlo con la vicenda descritta nel film ‘Il discorso del Re’ (ambientata durante la seconda guerra mondiale), per renderci conto della portata di questa trasformazione nelle modalità di comunicazione nell’ambito politico e sociale. La vera novità però è che internet consente scambi comunicativi di tipo orizzontale (e non più da un vertice verso una massa di utenti passivi come avviene ancora con la TV), i messaggi viaggiano a distanze e velocità estremamente elevate, il web offre la possibilità di accedere ad una quantità sterminata di informazioni, i tempi di risposta e la raccolta di pareri sulle iniziative politiche sono rapidissimi, il numero di persone che può esprimere la propria opinione è molto ampia. In questo contesto si è sviluppato il Movimento, in una rete di comunicazioni potenzialmente accessibile a chiunque.
Si parla spesso di democrazia diretta in rete per quanto riguarda il Movimento. Ci sono però critiche riguardanti l’accentramento di potere nelle mani di Grillo. Basandosi sulla sua esperienza, pensa che la democrazia diretta nel movimento sia perfettamente compiuta o che ci sia modo di migliorarla?
La democrazia diretta è un obiettivo verso il quale ci stiamo muovendo e richiede la partecipazione dei cittadini alla gestione della ‘cosa pubblica’. Bisogna che tutti quanti ci assumiamo le nostre responsabilità in merito, dalle amministrazioni locali sino ai centri del potere statale; sicuramente c’è ancora molto lavoro da fare. Del resto tutto ciò che è umano è migliorabile; le più grandi filosofie e religioni del mondo affermano che la perfezione è una prerogativa divina.
Lei era candidato per le elezioni regionali. I temi di fondo del M5S dal punto di vista locale quanto risentono di quelli a livello nazionale? Come nasce un programma locale del Movimento, che sia regionale o comunale?
Tutti gli attivisti del Movimento 5 Stelle condividono gli stessi principi di eguaglianza dei diritti, basta privilegi, maggior partecipazione dei cittadini ai processi decisionali. Anche se applicate a situazioni locali, molte delle nostre attività siano ispirate a principi di carattere nazionale: no consumo di suolo, riciclo dei rifiuti, acqua pubblica, mobilità integrata, sanità pubblica, trasparenza e semplificazione degli atti amministrativi, presenza continua sul territorio...
Poi nello specifico ogni Programma Comunale o Regionale ha origine dall’ascolto delle richieste dei cittadini. Gli attivisti locali del Movimento sono sempre molto presenti in questo lavoro di raccolta di richieste, suggerimenti, segnalazioni, che evidenziano bisogni e criticità locali. Queste informazioni rimbalzano nei luoghi di discussione del Movimento (mi riferisco alle riunioni periodiche e alle piattaforme web come Meetup o facebook per esempio), ed attraversano ulteriori approfondimenti e sistemazioni. Ogni gruppo locale poi accoglie ed elabora queste sollecitazioni nelle relative commissioni o gruppi di lavoro, e le restituisce sotto forma di interpellanze o proposte di legge che vengono presentate nelle sedi competenti dai consiglieri eletti, che svolgono funzioni di portavoce dei cittadini.
Come interpreterà il ruolo di opposizione il Movimento in assemblea regionale? Vi eravate già posti il problema durante la campagna elettorale?
La più grande responsabilità che si è assunto il Movimento è quella di non deludere le persone che hanno creduto in noi. Le persone che ci hanno votato vedono in noi l'unica possibilità di tornare ad essere un paese normale, civile, democratico, che possa andare oltre la corruzione, oltre gli incarichi affidati ai soliti ‘amici’. Per questo sarà necessario controllare la legalità dei comportamenti delle forze politiche e dei loro rappresentanti. In questo compito tutti gli attivisti, i simpatizzanti e i cittadini dovranno essere sempre all'erta per vigilare, innanzitutto sui nostri stessi rappresentanti affinché possano svolgere il proprio lavoro con efficacia. Insisteremo sulle nostre richieste, come la riduzione dei costi della politica, basta sprechi, maggior ascolto del parere delle comunità locali nelle opere pubbliche (come quelle che si oppongono alla TAV, alla Pedemontana, ai costosi e cancerogeni inceneritori di rifiuti urbani, per esempio). Ricordo anche che tutti i parlamentari e consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle si sono autoridotti i compensi a 5000 euro lordi/mese (circa 2500 euro netti), ed abbiamo rinunciato ovunque ai rimborsi elettorali. Infatti il Movimento 5 Stelle si è impegnato per iscritto a non chiedere il rimborso che per le elezioni nazionali ammonta a 42.782.512 euro, e farà altrettanto in Lombardia, per una cifra che si stima attorno ai 5 milioni di euro. Gli eletti in Sicilia, Piemonte ed Emilia lo hanno già fatto nel concreto, ed in passato non hanno toccato un solo euro di questi rimborsi. In tutto ciò, sapevamo già da prima di non poter contare sui partiti tradizionali per poter realizzare questa rivoluzione che stiamo perseguendo.
Anche la nostra campagna elettorale si è svolta all’insegna di questi valori. Abbiamo allestito banchetti informativi nelle principali città grazie alla partecipazione dei nostri sostenitori, ed i candidati hanno presenziato ad incontri pubblici in tutti i comuni in cui sono stati invitati, per presentarsi ai simpatizzanti del Movimento ed ai cittadini interessati a conoscere le nostre proposte ed i nostri rappresentati. Nell’ultimo mese della campagna elettorale, ogni sera noi 7 candidati della provincia di Monza Brianza eravamo impegnati in un incontro pubblico, e spesso abbiamo dovuto dividerci per recarci in luoghi diversi. Quando i giornali e le tv locali ci hanno richiesto interviste ed invitato a partecipare alle tribune elettorali, abbiamo sempre inviato dei nostri rappresentanti. Aggiungo che i costi vivi della nostra campagna elettorale sono stati davvero modesti, in media attorno alle poche decine di euro per candidato. Le spese maggiori, quelle relative all’organizzazione della serata con Beppe Grillo a Monza in occasione dello Tsunami Tour, sono stati coperte grazie alle offerte dei simpatizzanti raccolte durante l’evento.
Per chiudere e tirare le somme, cos’è la politica per lei?
La politica per me è un modo per contribuire ad un cambiamento sociale e culturale, che vada verso l’affermazione di quei valori universali di uguaglianza di diritti e doveri nel rispetto di ogni forma di vita.