agosto 2015 apertura

Ci aspetta una manovra finanziaria, l’ennesima, lacrime e sangue. Mettiamo in fila qualche statistica per capire il perchè. E perchè finirà molto male.

 

Questo articolo è un memento mori. Così come gli altri prodotti in precedenza (leggere qui, qui, qui e qui). Non è colpa di chi scrive se il mondo economico in chiave euro è un film già visto.

A seconda delle prospettive, una pellicola noiosa e tragica (perderò anche io il mio attuale lavoro tra qualche tempo causa “ristrutturazione”, come a molti di voi è già accaduto e come ad altri accadrà), oppure un fantasy surreale e inevitabilmente ridicolo (personalmente, so di avere ancora per qualche mese le terga al sicuro e fare quello che aspetta paziente il cadavere degli ottimisti berlusconiani-montiani-lettiani-renziani lungo il fiume soddisfa stupidamente il mio ego).

Il punto della questione è che ci aspetta una manovra finanziaria parecchio dura, che farà ulteriormente del male. Come detto, non una novità e contraddicente tutto quel che di ottimistico viene profuso a tv ed edicole unificate (quasi tutte). I pilastri di questa manovra lacrime e sangue sono due:

  • previsioni economiche fatte ad minchiam (scusate la licenza poetica)
  • parametri fiscali da rispettare

 

PREVISIONI ECONOMICHE FATTE AD MINCHIAM

Ne avevamo parlato più diffusamente qui (cambio euro/dollaro, prezzo del petrolio, accuratezza previsionale, ecc..). Ritorniamo sul punto per dare una chiave di lettura minimamente algebrica. I famosi parametri deficil/PIL e debito/PIL sono calcolati su un prodotto interno lordo nominale, ossia comprensivo dell’aumento generato dall’inflazione. E se l’inflazione, come accade da un anno e mezzo, non c’è? Bel problema, perchè non hai nessun aiuto per far aumentare il denominatore del rapporto e dunque abbassarlo.

Nel Documento di Economia e Finanza di aprile, il governo Renzi ha stimato l’aumento del pil nonimale in un +1,4%, diviso in +0,7% di crescita reale e +0,7% di crescita inflattiva.

 agosto 2015 PIL nominale 1

 

Per quanto riguarda la crescita reale, in sei mesi abbiamo messo da parte lo 0,4% con speranze di poter avvicinarsi all’obiettivo (fonte Istat). Speranze, perchè gli indicatori economici indicano una diminuzione della domanda estera su cui il governo ha puntato buona parte delle sue fiches.

Per quanto riguarda l’inflazione, non ci siamo proprio. Nei primi sette mesi dell’anno l’inflazione acquisita è appena lo 0,1%, sideralmente lontana dallo 0,7% stimato. Più o meno, mancano all’appello 9,7 miliardi di euro.

 agosto 2015 inflazione 2

 

PARAMETRI FISCALI DA RISPETTARE

Sempre il governo Renzi ha messo nero su bianco che nel 2015 conseguirà un rapporto deficit/PIL del 2,6%. Si può fare, ma difficilmente nell’anno fiscale 2015 se mancano 9,7 miliardi di euro. Peggiori le prospettive per il 2016, in cui l’obiettivo deficit/Pil è addirittura dell’1,8%. Si potrebbero ottenere effetti sui conti se e solo se si cava sangue dai contribuenti, si diminuiscono selvaggiamente le spese e si svende l’argenteria (loro le chiamano “privatizzazioni”). Ma, problemuccio, aumentare le tasse e diminuire le spese fa diminuire pure il PIL. E la giostra riparte. Piano B: pietire l’ennesima “flessibilità dei conti” a livello europeo per guadagnare tempo. Piano C: prelievi più o meno forzosi una tantum, ma sono controproducenti per il consenso elettorale (ammesso che si voglia andare ad elezioni).

Del resto, che il peso fiscale debba aumentare lo ha messo nero su bianco il governo a pagina 45 del DEF, altro che le promesse di taglio delle tasse buone solo per acchiappare i gonzi (il film surreale e ridicolo di cui sopra):

 agosto 2015 pressione fiscale 3

 

Vada come vada (e andrà male), se vi state chiedendo se tutti questi sforzi siano serviti e servano a diminuire il debito rispetto al PIL, ossia il principale parametro da tenere sotto controllo nel sistema (n)euro, la risposta è semplice. No, non servono a nulla. Anzi, da quando la cura da cavallo è iniziata (diciamo da Monti in poi), i conti peggiorano come era facile prevedere (il film noioso di cui sopra).

Questo quanto accaduto nei primi tre mesi dell’anno (fonte Eurostat):

 agosto 2015 debito pil 4

 

Questa la tendenza storica (fonte FMI):

 agosto 2015 pressione fiscale 5

 

CONCLUSIONE

  • Ci sono da recuperare poco meno di 10 miliardi di mancata crescita nominale
  • Ci sarebbero da disinnescare le clausole di salvaguardia (aumento dell’IVA, ulteriori accise, tagli alle detrazioni fiscali) che valgono da sole 16 miliardi
  • Da tenere in conto l’incostituzionalità del blocco degli stipendi della pubblica amministrazione, della Robin tax per le compagnie petrolifere, del mancato adeguamento delle pensioni e la bocciatura europea dell’inversione contabile IVA per la grande distribuzione (gli ultimi governi hanno poca dimestichezza con la democrazia), che porterà a dover reperire risorse per almeno 4,5 miliardi
  • Aggiungiamo 2 miliardi per le spese indifferibili e missioni militari all’estero

 

Secondo voi la legge di stabilità renziana da varare al rientro dalla pausa estiva avrà veramente le risorse per diminuire le tasse, stanziare investimenti al Sud, cofinanziare i fondi europei? O quelle risorse saranno chieste a voi che certe persone le avete votate e a me che non le ho votate?

Unite i puntini, e trovate la risposta corretta. Indizi: film noioso, ripetitivo, surreale e ridicolo.

 

P.S. Di solito le pellicole con quelle caratteristiche fanno saltare la pazienza e finisce molto male per tutti, ma questa è un’altra, pericolosa storia.

 

P.P.S. Ricordate il Piano Juncker che doveva sbloccare investimenti in tutta Europa e dare una poderosa spinta alla crescita? Tv ed edicole unificate (sempre quasi tutte) a fare da grancassa allora. Noi, criticoni, ne avevamo parlato qui. Ne avete per caso visto i salvifici effetti? Da ciò deriva un altro memento: “la verità rende liberi”... con la sua ovvia conseguenza: se si vive di menzogne, il primo omicidio è quello della verità. Questa dichiarazione segnatevela per il futuro:

agosto 2015 Juncker 6

Gli autori di Vorrei
Ivan Commisso
Ivan Commisso

Vado per i quaranta, mi occupo di soluzioni pubblicitarie online in una grande concessionaria. La mia formazione universitaria è economica. Sono giornalista pubblicista e su Vorrei scrivo per lo più di economia perchè da lì verranno (ulteriori) problemi e su quel tema si dicono un sacco di fesserie. Nota Bene: mi piacciono le metafore, i dolci e la Calabria.

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