L'ottavo quaderno di “il Parco e la Villa” dedicato agli artefici del Parco e il secondo numero di “Monza illustrata” dedicato al Duomo
Nelle ultime settimane sono stati pubblicati due importanti lavori sulla memoria storica, artistica e culturale di Monza. Uno è il quaderno numero 8 di Il Parco e la Villa, la collana edita da Novaluna che raccoglie gli studi sul complesso del Parco di Monza curati dall’associazione culturale presieduta da Annalisa Bemporad. Dopo l’uscita del 2015 dedicata in larga parte a Eugenio di Beauharnais, quella del 2016 – che conta ben 176 pagine - è in particolare dedicata agli artefici del Parco, ovvero ai giardinieri, botanici e vivaisti che si sono alternati nella storia della grande area verde. Gli stessi su cui si sono concentrati anche i numerosi appuntamenti che in questa prima metà dell’anno Novaluna ha promosso.
Fra gli interventi selezionati nel Quaderno troviamo quelli di Giorgio Buizza (Grande è la terra, pochi i giardinieri), di Ivana Novani (Zibaldone sui giardinieri della Villa Reale di Monza), Ada Segre (Paesaggio e orticoltura nella Villa Reale di Monza), Francesco Repishti (Il regio vivaio di Monza), Maria Luisa Biffis (La storia delle serre), fino ai nostri Giacomo Correale Santacroce e Alfredo Viganò (rispettivamente con Dal bosco scomparso al bosco-giardino e con Parchi e giardini domestici). E ancora un’altra ventina di autori che si sono dedicati anche ad altro, come Sandra Sicoli (su Luigi Castiglioni), Laura Sabrina Pelissetti e Valerio Villoresi (sui Villoresi, appunto).
Com’è nella tradizione delle attività di Novaluna, anche questo è un lavoro da conservare, uno strumento utile non solo per i ricercatori ma soprattutto per chi vuole approfondire la conoscenza di quella che nel suo complesso (e nelle sue evidenti contraddizioni) è la parte più importante della città: dal punto di vista storico, architettonico e urbanistico. Aspetto molto apprezzabile è infine la messa a disposizione online delle pubblicazioni, disponibili gratuitamente in questa pagina.
L’altro lavoro in uscita in queste settimane è il secondo numero di Monza illustrata. Edita da Aracne e diretta dalla storica dell’arte Roberta Delmoro, la pubblicazione (che conta 240 pagine) ha la particolarità di essere dedicata per intero alle arti visive: “I testi riuniti in questa seconda sede di Monza Illustrata si concentrano in buona parte sul Duomo di Monza: da un’articolata ricognizione storica dei pezzi “regali” del Tesoro, al ciclo pittorico con le Storie della vita della regina Teodelinda a opera della bottega degli Zavattari, esaminato nell’iconografia in relazione alle fonti storiche medievali. La sezione “Segnalazioni” ospita una preziosa testimonianza di Anna Lucchini sul prestigioso intervento di restauro compiuto sulle decorazioni pittoriche della cappella teodelindea, conclusosi dopo cinque anni, alla fine di dicembre del 2014. A compimento della parte di studi che spazia dall’età medievale al XV secolo, e sempre con aperture sul contesto monzese, si dispiega il lungo excursus sulla mostra tenutasi nella primavera del 2015 a Palazzo Reale a Milano: Arte lombarda dai Visconti agli Sforza. Milano al centro dell’Europa. Le tematiche del volume si spostano quindi sull’età contemporanea, da uno studio sui primi anni Sessanta nella produzione del pittore Valentino Vago, alla collezione permanente di disegni della guerra e della Resistenza di Pino Ponti presso la Villa Comunale Crivelli Gardenghi a Trezzo sull’Adda”.
Oltre che della Delmoro e della Lucchini, gli articoli sono di Alberto Crespi, Paolo Di Simone, Luca Pietro Nicoletti, Damiano Spinelli e Daniela Veronesi. Nel comitato scientifico troviamo poi Beppe Colombo, Simonetta Coppa, Massimiliano David, Marco Petoletti e Graziano Alfredo Vergani.
Una pubblicazione scientifica - dimenticatevi le patinatissime quanto futili e inutili pagine di tanta stampa territoriale - nata nel 2013 che nel 2014 ha visto la pubblicazione del primo numero (edito da Scalpendi) e che ha nello studio e nel periodico aggiornamento critico della cultura figurativa a Monza e in Brianza la propria ragion d’essere. Alla presentazione i curatori non hanno nascosto le difficoltà che un lavoro così poco “commerciale” comporta, Monza illustrata è infatti frutto soprattutto di studiosi e ricercatori giovani, e sappiamo bene quanto in questo Paese sia impervia la strada per chi l’arte la studia con serietà, tralasciando la fuffa della cultura petrolio dell’Italia. Così come è affiorato forte il problema della mancanza di collaborazione da parte di chi detiene i diritti sulle immagini del lavoro di restauro della cappella degli Zavattari e dell’intera basilica dedicata a San Giovanni, ovvero la Fondazione Gaiani e il Museo e Tesoro del Duomo di Monza: il libro infatti non riproduce che immagini risalenti a campagne fotografiche dei primi anni Novanta e una risicatissima testimonianza del restauro delle pitture murali. Un vero peccato, rimarcato dallo stesso Beppe Colombo alla presentazione tenuta il 22 giugno presso l’Istituto Dehon (nella foto sotto).
Roberta Delmoro e Beppe Colombo (Foto di Alessandra Di Gennaro)
Due pubblicazioni molto vicine e molto lontane allo stesso tempo, la prima nata in seno ad una delle realtà culturali più radicate di Monza, l’altra dalle forze fresche di chi con passione e tanta buona volontà si dedica alla storia dell’arte. Entrambe preziose, rare in un contesto storico così ricco di banale storytelling da ufficio stampa e così povero di approfondimento.