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a Lega e il Cattolicesimo. Il rapporto fra l'etica leghista e la chiesa di Cristo. Di questo abbiamo voluto parlare proprio con un uomo di Chiesa, il sacerdote don Giorgio De Capitani, parroco di Monte di Rovagnate. Nato a Santa Maria di Rovagnate nel 1938, ordinato sacerdote nel 1963 nella diocesi di Milano, Don Giorgio, ha esercitato il suo ministero pastorale a Introbio, a Cambiago, a Sesto S. Giovanni, è stato parroco a Balbiano e Culturano. Ha scritto anche numerosi libri. Dal suo pulpito e dal suo sito internet si è più volte espresso nei confronti del successo leghista assumendo anche posizioni molto decise. E in questa intervista non si è certo tirato indietro, attaccando ferocemente le ipocrisie, le volgarità e l'ignoranza fra le quali la Lega, anche e soprattutto in Brianza, trova terreno fertile.
Foto di Gabba Gabba Eye
Per me la Lega è l’anti-cristianesimo per vocazione. Non c’è una virgola del Vangelo radicale (quello genuino, per intenderci) che possa conciliarsi con una virgola della sub-cultura pragmatistica della politica leghista.
Don Giorgio, Lei ha manifestato più volte il suo sdegno nei confronti delle posizioni assunte dalla Lega anche quando questa difende e promuove la cultura e la religione cattolica.
Anzitutto, non rifiuto mai un’intervista quando si tratta di smascherare la Lega Nord, ovvero il partito più sostenuto da analfabeti politicamente e da inutili socialmente. Sì, è giusto parlare di un mio “sdegno”, non tanto perché la Lega si presenta con il volto di una religione - e su questo potrei capirla dal momento che la religione è la maschera di Dio - ma soprattutto perché vuole catturare la buona fede di tanti allocchi cattolici che continuano a credere che il cristianesimo sia una religione. Se posso sopportare il connubio Lega e religione cattolica - quali cattolici oggi si salvano dal sincretismo più blasfemo che vede convivere Dio e mammona? - non accetto per nulla che la religione della Lega o la Lega cattolica mi prenda per fesso: cioè come uno che se la prende solo per alcune occasionali incoerenze leghiste. No affatto. Per me la Lega è l’anti-cristianesimo per vocazione. Non c’è una virgola del Vangelo radicale (quello genuino, per intenderci) che possa conciliarsi con una virgola della sub-cultura pragmatistica della politica leghista. Che milioni di cattolici votino Lega sono affar loro: che però non vengano più in Chiesa, là dove si predica il Cristo radicale, e che abbiano il coraggio di uscire dai Consigli pastorali. Perché la Lega non si mette in proprio, e non costruisce chiese leghiste, con dei ministri al servizio del dio padano?
Cosa pensa della Lega dell'etica a senso alternato, quella che professa e sostiene la fede cattolica e poi dà la caccia allo straniero e promuove le ronde?
La Lega è coerente con se stessa: è ideologicamente razzista. È nata per salvaguardare il Nord da Roma ladrona, ma ora che fa parte di Roma ladrona vuole salvaguardare l’Italia ladrona da poveracci che stanno invadendo l’Europa, tra cui l’Italia, seguendo l’onda di emigrazioni che hanno sempre accompagnato la storia da millenni. Non c’è stato un popolo che non abbia conosciuto l’emigrazione. Il problema non è tanto quello di scandalizzarsi del fatto che la Lega “cattolica” sia così perversa verso lo straniero, ma del fatto che un partito democratico abbia tutte le credenziali di essere razzista. Non so se esista in Europa o nel mondo un altro governo “democratico” composto di un partito “xenofogo” come la Lega. Bisognerebbe mettere fuori causa la Lega per la sua anti-democraticità, se diamo alla parola “democrazia” il suo significato più nobile. La Lega non solo non è “cristiana” (magari cattolica, sì), ma è anti-democratica.
Uno dei filmati della pagina di Don Giorgio De Capitani su YouTube
Basterebbe ridare un po’ di cultura alle masse ignoranti per togliere terreno fertile alla Lega
Nei comuni della Brianza e della provincia di Lecco alle ultime lezioni la Lega è stata il partito più votato, superando spesso anche i partner politici di Forza Italia.
Penso che diversi politologi di fama abbiano già fatto uno sforzo direi immane nel trovare le ragioni del successo della Lega. Ragioni talora tanto complesse quanto inutili, tanto profonde quanto insignificanti. Dico la mia, da ignorante politologo. La Lega ha trovato un terreno fertile nel vuoto politico del momento e nella povertà culturale della massa di oggi. L’ideologia della Lega è fatta di alcuni slogan che agiscono con lo stesso effetto degli spot pubblicitari, con il vantaggio che, mentre gli spot televisivi devono rispettare certe regole di buona creanza, gli slogan della Lega sono di… bassa lega. Ed è vero il detto biblico: non c’è nulla di nuovo sotto il sole. I riferimenti sessuali e i gesti rituali sono antichi quanto l’uomo. Tranne che la Lega non ha nemmeno il buon gusto di crederci nella simbologia. Basterebbe ridare un po’ di cultura alle masse ignoranti per togliere terreno fertile alla Lega. Ciò che veramente mi preoccupa è il basso livello culturale della gente brianzola. Sono anch’io brianzolo, e ho perciò il diritto di parola. Mi vergogno talora del vuoto culturale che persiste nel caratterizzare la Brianza che vive solo di umori viscerali e di appetiti corporali. La Lega ha trovato qui, nella Brianza, un terreno fertile, potendo agire sulla pancia o sul tubo digerente. I brianzoli si comperano con poco: con un bicchiere di vino, e promettendo illusioni di un benessere fatto di cose da consumare, di permessi da strappare anche al principio del bene comune.
Come può la Lega promuovere la difesa dell’identità locale e la preservazione del territorio e abbracciare allo stesso tempo il berlusconismo?
Mi ha particolarmente colpito in senso negativo una specie di etichetta che si è voluto mettere sulla capacità carismatica della Lega o, meglio, sulla sua capacità di presa sulla gente. La Lega “sarebbe” secondo alcuni poco credibili opinionisti “il sindacato del territorio”. Niente di più assurdo, e niente di più falso. La Lega (lo dico con tutta la convinzione che ho dentro) è sì un sindacato, ma delle esigenze più distorte della gente contro la difesa del territorio ambientale. Alla Lega l’ambiente interessa nella misura in cui può incarnare sul posto quelle assurde pretese dei cittadini che vorrebbero fare i cavoli che vogliono a dispetto di ogni senso civico e a dispetto del bene comune. La Lega difende solo i borbottii della pancia della gente. Ecco perché non c’è da meravigliarsi del rapporto amoroso con la destra berlusconiana; ancor meglio, diciamo che la Lega incarna nel modo perfetto il berlusconismo.
Alla Brianza manca ogni minimo concetto di bene comune: non sa che cos’è e non vuole neanche saperlo
Quali sono le più gravi emergenze brianzole?
Secondo me l’emergenza più grave della Brianza sta nel vuoto culturale della gente, la quale vive di un tale eccesso di pragmatismo da chiuderla in un presente cieco. La gente brianzola - parlo in generale, è chiaro - non guarda in avanti e, se lo fa, è solo per garantirsi un futuro di sicurezze economiche. Specula più che può su tutto: violenta la natura, pur di prendersi un pezzetto di terra e farne poi un campo da sfruttare il più possibile. Alla Brianza manca ogni minimo concetto di bene comune: non sa che cos’è e non vuole neanche saperlo. Ecco perché la Lega ha buon gioco: sa sfruttare bene l’egoismo dei brianzoli. I leghisti sono quei tali che, durante le elezioni amministrative, votano i candidati “corruttibili”. Qui in Brianza il lavoro da fare sulla gente è duro, richiede tempo: una educazione al bene comune, che è il bene mio ed è il bene di tutto il paese. Non parliamo poi del rispetto per l’ambiente: siamo lontani anni luce. Ho detto che il lavoro educativo non sarà facile quando ci sono partiti come la Lega che vanno in senso contrario e con la carenza di enti che potrebbero, dovrebbero stimolare i cittadini ad amare il proprio paese al di là di ogni individualistica pretesa economica o consumistica. Gli enti ambientalisti sono importanti, ma occorre sensibilizzare almeno qualche amministratore comunale perché esca dal solito schema di gestione del paese con la testa dell’ingegnere.
Lei come membro della Chiesa come crede di poter operare oggi per il bene di questo territorio?
Cerco di agire su tre fronti: con le mie omelie, con il mio sito e sensibilizzando l’Amministrazione comunale. Non vedo per il momento altre vie, se non quella di tenere collegamenti personali o con qualche ente ambientalista. La gente del paese, comunque, non si smuove dalla sua apatia. Apparentemente sembra indifferente. In realtà, se capitasse l’occasione, mi farebbe fuori. Pochi sono d’accordo con le mie idee: se lo fossero, non voterebbero Lega o Berlusconi. Votano cioè i protettori dei loro interessi personali. Ad ogni modo, credo nei tempi lunghi. E la cosa migliore sarebbe puntare sui più piccoli. Ma temo che nascano già con il Dna berlusconiano. E poi c’è il discorso del contesto familiare. Questi ragazzi ragionano con la testa dei genitori leghisti.