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Intervista al leader dei Diaframma, in concerto al Tambourine di Seregno

 


Nel ricco cartellone del Tambourine di Seregno, sabato 4 aprile 2009 hanno trovato spazio i Diaframma di Federico Fiumani. Al frontman abbiamo rivolto alcune domande sulla storia della band, fra le più importanti della cosiddetta new wave italiana, e sul loro futuro prossimo.


20090406-fiumani-by-thurstone82

Federico Fiumani in una foto di Thurstone82


Racconti ad un ventenne di oggi cosa fosse la scena new wave in Italia, in particolare nella Firenze tra la fine dei Settanta e gli inizi degli Ottanta?
La città di quegli anni rappresentò un punto di discontinuità per la musica. Vi era una grandissima voglia di fare, grande energia e vigore, un’esplosione di gruppi ed etichette discografiche. Il pubblico non era così numeroso, ma lo spirito di iniziativa era intenso, al contrario di oggi, dove il pubblico è molto vasto ma i gruppi buoni scarseggiano.

"Siberia"


Come è stata influenzata la vostra musica dai Joy Division? Hai visto il film “Control? Come lo giudichi?
Non siamo mai andati ad un concerto dei Joy Division, non sono mai venuti in Italia. Agli esordi suonavamo “Disorder” e “Transmission”, ma al contrario di quanto raccontano on-line, noi non nasciamo come loro “cover band”. Piacevano moltissimo a Vannini (Nicola, il primo cantante della formazione, NdR). “Control” l’ho visto, in lingua inglese, con i sottotitoli. Si è cercato di universalizzare il dramma di Ian Curtis per renderlo comprensibile a tutti. Io l’avrei voluto più particolareggiato, più di fantasia, insomma più felliniano. In particolare avrei ricostruito diversamente il rapporto tra il suo modo di vivere la sua malattia e la musica.

Qual è attualmente la Manchester italiana?
Se ti riferisci alla città musicalmente più viva, ti dico Lecce, con progetti interessanti come “Il genio” e i “Superpartner”. Tra gli altri gruppi non mi ispira praticamente nessuno, non mi dispiacciono Le luci della centrale elettrica, con questo cantautorato voce e chitarra ruvido ed essenziale, e i Baustelle.

Tu hai sostenuto che “l’arte è un moto violento ed irrazionale presente nell’inconscio”. Nei tuoi testi viene evidenziata una ricerca sempre maggiore verso la psicoanalisi, mi sbaglio?

No, non ti sbagli. L’atto creativo è inspiegabile, è un fascino non controllato. Ci fa star particolarmente bene. E in tutto questo vi è un forte richiamo alle spinte del nostro inconscio, alla nostra irrazionalità.

"L'odore delle rose"


Nel vostro ultimo album, nella canzone “Andrea torna al rock”, vi è un riferimento ad Andrea Chimenti, a cui indirizzi la seguente frase: “Lascia stare Ungaretti che i poeti son matti / son gatti distratti dalla luce negli occhi. Sono così differenti i poeti dai musicisti?

Si, i poeti sono dei letterati, noi no. Trovo pretenziosi alcuni modi di accostare rock e poesia. I poeti di oggi li trovo molto slegati dalla realtà, mentre la musica è più comunicativa.

A proposito di letterati, tu hai pubblicato tre libri (Dov’eri tu nel ’77, Brindando con i demoni, Diaframma track-by-track), puoi raccontarci qualcosa in merito?
È stata una bellissima esperienza. In particolare “Brindando con i demoni” è un lavoro autobiografico, un vero e proprio percorso psicoanalitico all’interno di me stesso, mi sono scavato dentro e ciò mi ha molto giovato.

Il termine Diaframma assume diversi significati. È utilizzato in diversi campi, anatomia, fotografia, architettura, ed è anche un anticoncezionale. Il nome del vostro gruppo a cosa si associa?

Al diaframma delle macchine fotografiche. Volevamo giocare, soprattutto agli inizi, con i contrasti chiaro/scuro.

Passiamo alla politica. Nietsche, tra le sue profezie, aveva teorizzato una fine della politica da lì a breve. Si sarebbe rotto il rapporto tra politica e cultura, e la politica sarebbe diventata solo un apparato per attrarre consensi. Condividi questa affermazione?
Beh diciamo che la sinistra ha sempre appoggiato la cultura, e le ha dato sempre l’opportunità di esprimersi, nelle sue varie forme. Speriamo che riprendi in mano la situazione.

A proposito, conosci il tuo compaesano Matteo Renzi.
No. Chi è?

"Verde"


Come ti trovi a suonare nei club?
Perfettamente a mio agio. La dimensione dei club è una via di mezzo ideale tra l’underground e il mainstream.

Quali sono i vostri progetti futuri?
Beh guarda, lunedì mi devo operare al naso (risata). A fine mese esce “Difficile da trovare”, il nostro ultimo album con 11 nuovi brani.

Ma sarà facile da trovare? (risata collettiva).
Si, è prodotto sempre dalla Self.