Intervista al musicista olandese in occasione del suo concerto a Matera
Jozef Van Wissen è un compositore, liutista e musicista minimale di Maastricht. Considerato il Burroughs del liuto, ha sperimentato la tecnica del “cut-up” su spartiti musicali medievali ed ha sviluppato un approccio quasi punk ad uno strumento classico quale il liuto. Questo singolare percorso ha restituito nuova vita alla musica rinascimentale. Lo abbiamo incontrato dopo il concerto tenuto presso il Museo Ridola della città dei Sassi, organizzato dall’associazione Time Zones nell’ambito del “Premio letterario Energheia”.
Non capita spesso di ascoltare un tipo di musica come la tua, probabilmente perché il liuto viene associato alla musica classica e non a esibizioni come questa. Nella tua vita da musicista, qual è stata la scintilla che ha acceso il fuoco della passione per il liuto?
Beh, studiavo chitarra classica e il mio insegnante mi diede alcuni liuti da suonare per la chitarra. Fu così che scoprii il liuto da giovane.
È strano, perché il liuto ha origini lontanissime, origini africane, per esempio egiziane, e successivamente europee, ma non olandesi… mi viene in mente, ad esempio, l’Italia meridionale…
Non è solo così. Esiste anche il liuto olandese, che viene dalle pianure, da compositori olandesi, quindi era diffuso in tutta Europa. Bisogna però sottolineare che la dimensione del liuto dell’Africa è diversa da quella del liuto classico occidentale, di cui ero davvero ossessionato. Quando l’ho visto la prima volta, non c’era ancora Internet. Ti lascio immaginare…
Sì, sì.
Ce n’erano solo alcuni esemplari, hai presente? Quindi bisognava rimboccarsi le maniche e mettersi alla ricerca.
Sì. Ci tengo molto a citare la tua tecnica particolare del cut up, che mi fa venire in mente Burroughs.
È così, infatti.
Il tuo stile è simile al suo, dico bene?
Sì, l’ho preso da lui, sì.
È uno stile musicale che fa provare al pubblico sensazioni molto particolari.
Oh, grazie.
Dico davvero. Quando ascolto la tua musica mi sento libero, davvero libero, e non solo libero dentro ma anche fuori, perché resto in attesa del momento, cerco il cut, quel cut particolare che è così interessante e inconsueto. Ti ringrazio molto per esserti esibito a Matera.
Grazie a te. È bellissimo essere a Matera. Oggi ho scattato alcune foto. Matera è anche la città in cui sono stati girati alcuni dei miei film preferiti, come quelli di Pasolini e di Mel Gibson. È un posto fantastico, non me n’ero mai reso conto pienamente prima di arrivarci. Mi sono informato e ho letto che è stato il set anche di altri incredibili film, per il suo paesaggio.
Siamo molto contenti che tu abbia citato Pasolini, che qui ha girato “Il Vangelo secondo Matteo”…
Assolutamente. Un bellissimo film.
Coi suoi paesaggi, Matera costituisce lo sfondo ideale dei film. In passato qui hanno girato alcuni loro film registi importanti come Rosi e Mel Gibson. Anche “Re David”, con Richard Gere, è stato girato qui. E da oggi Matera è ancora più ricca grazie a Jozef Van Wissem.
(ride)
Ringrazio Angelo Guida per la collaborazione e Tiziana d’Oppido per la traduzione.