L’uomo e il suo satellite naturale. Conquistati dalla Luna: storia di un’attrazione senza tempo di Patrizia Caraveo
Nei giorni in cui ricorre il cinquantesimo anniversario della più grande impresa tecnologica mai portata a termine dal genere umano, potevo mancare l’appuntamento di consigliarvi un libro dedicato alla sbarco sulla Luna? No, non potevo di certo mancare.
In libreria negli ultimi mesi sono usciti almeno sei o sette libri dedicati all’argomento. Io ho scelto Conquistati dalla Luna: storia di un’attrazione senza tempo per i seguenti motivi.
Innanzi tutto è un libro breve – duecento pagine appena – perché non voglio annoiarvi, e proprio d’estate, con un mattone (ne ho visto uno in libreria di cinquecento pagine) che in spiaggia non portereste mai.
In secondo luogo è un libro di agevole lettura, completo com’è di disegni esplicativi, utili a chiarire bene soprattutto tutte le fasi della missione Apollo 11.
E infine per la qualità scientifica del prodotto, dato che il libro è scritto da una nota astrofisica, Patrizia Caraveo, il che garantisce un’accuratezza che altre pubblicazioni non possono vantare.
Questa volta è inutile farla tanto lunga, la vicenda dello sbarco sulla Luna è stata sviscerata in queste settimane da articoli di giornale, interviste, servizi televisivi, serate speciali e quant’altro. I fatti sono quindi noti a tutti, almeno in via generale. Il libro che vi consiglio di leggere può riepilogare in modo semplice ma ineccepibile tutta la questione – dai rapporti con la letteratura alle prime osservazioni scientifiche fino alle teorie cospirazionistiche che negano che l’uomo sia mai andato sulla Luna – affrontando anche questioni che la grande stampa non ha riportato o che non ha messo in luce a sufficienza.
Vi faccio qualche esempio, tra i tanti che potrei citare, di aspetti tralasciati dai commenti di questi giorni, che questo libro mette invece a fuoco
Primo esempio. La conquista dello spazio prima e della Luna poi fu una conquista politica e di immagine, tesa a dimostrare il primato tecnologico ora degli USA ora dell’URSS. Lo sanno tutti. In realtà non c’erano interessi propriamente scientifici alle spalle di questa competizione. Di questo ne siamo sicuri poiché quando l’URSS decise di inviare in orbita il primo satellite artificiale, lo Sputnik, non si trovò alcun esperimento da fargli compiere e si dovette quindi ripiegare sul celebre bip-bip. Analogamente anche gli USA, solo dopo aver avviato il programma che li avrebbe portati sulla Luna, cercarono degli esperimenti da compiere sul nostro satellite.
Secondo esempio Molti pensano che l’impulso iniziale al programma spaziale americano si stato dato dal presidente Kennedy. In realtà la corsa allo spazio degli americani prese il via, seppur fra mille titubanze, con il presidente Eisenhower, che in un primo tempo lo tenne a freno poiché non voleva provocare i russi. Ma, dopo i primi successi di questi ultimi, fu proprio Eisenhower a chiamare l’ex SS Wernher von Braun che, fin da quando era ragazzo, aveva detto che un giorno avrebbe progettato il razzo che avrebbe portato l’uomo sulla Luna. Eisenhower ebbe tuttavia la lungimiranza di non lasciare la conquista dello spazio ai militari (all’epoca dei primi lanci erano in competizione la Marina e l’Esercito) e creò un apposito ente, la NASA, che nei fantastici anni sessanta arrivò ad assorbire l’astronomica cifra del 4,5% del bilancio federale (oggi è nove volte meno).
La NASA selezionò nel giro di pochi anni una trentina di astronauti che provenivano dalla varie forze armate (aeronautica, marina, marines) e un suo collaudatore. Andarono nello spazio pressoché tutti i selezionati, tranne tre che morirono in un test, ma a mettere per primo piede sul nostro satellite fu l’unico civile: il collaudatore della NASA Armstrong. La lezione di Eisenhower era dunque stata recepita: la conquista della Luna ebbe carattere certamente propagandistico ma non militare.
Terzo esempio. L’URSS ottenne praticamente tutti i primati spaziali – primo oggetto nello spazio, primo animale, primo uomo, prima donna, prima camminata spaziale e molti altri – mancando però il più importante: lo sbarco dell’uomo sulla Luna. Come consolazione oggi ai nostalgici dei soviet rimane il fatto che la tecnologia scelta all’epoca dall’URSS, e cioè il controllo da remoto dei mezzi, pur se arrivò seconda nella gara più importante, oggi è la più utilizzata.
Quarto esempio. La Luna oggi è contaminata. La sua esplorazione è stata fatta in anni in cui non c’era questo tipo di attenzioni e il risultato è che sul nostro satellite giacciono abbandonate circa duecento tonnellate di ferraglia, compreso il materiale lasciato dall’Apollo 11. In questo senso si sta ragionando anche su un’altra questione. Quello dell’allunaggio è stato un evento così importante nella storia dell’umanità da far ritenere a molti indispensabile proteggere i luoghi dei principali sbarchi creando zone, diciamo così, di interesse archeologico.
Quinto esempio. Il saggio segnala inoltre che von Braun dopo lo sbarcò sulla Luna elaborò anche un progetto che avrebbe consentito – se fosse stato approvato e se fosse stato stanziato un budget enorme per portarlo a compimento – all’uomo di mettere piede su Marte entro il 1982, ma non trovò appoggi politici.
Infine, ed un aspetto anticonvenzionale rispetto al pensiero oggi dominante, l’autrice – ribadiamo: un’astrofisica di fama mondiale – elenca una serie di motivi per cui l’uomo non dovrebbe più tornare sulla Luna, facendo piazza pulita di tutta una serie di teorie che razionalmente non stanno in piedi, la più assurda delle quali è che una base lunare renderebbe più facile il viaggio verso Marte.
Patrizia Caraveo, Conquistati dalla Luna: storia di un’attrazione senza tempo, Raffaello Cortina Editore, 2019, 210 pp., 19,00 euro