Chiusa la decima edizione, ripercorriamo con la curatrice Camilla Corsellini la storia della rassegna letteraria
Una rassegna letteraria in Brianza, a Brugherio, che non solo sopravvive per 10 anni nonostante la vicinanza con una Milano sempre più vivace (letterariamente parlando), ma che, negli anni, non si adagia alla "solita formula". BRUMA è rinnovata, anzi, aprendosi, oltrepassando le Alpi, per invitare due scrittori stranieri, due su due, e non due a caso. La belga Amèlie Nothomb e l'inglese Tim Parks. La prima per parlare di scrittura, della sua, così netta, asciutta e pungente, il secondo per spaziare tra lettura, traduzione e scrittura lasciandosi tentare dalla curiosità di sapere come un inglese da anni in Italia come lui, vede il nostro Paese.
Quelle organizzate da Bookteller e condotte da Camilla Corsellini il 22 febbraio e il primo marzo sono state due serate diverse, totalmente, e ciascuna a modo proprio ha restituito al mondo dei lettori più ricchi. Chi ha ascoltato e domandato, moderatrice compresa, ha avuto la generosità soprattutto verso sé stesso, di non limitarsi all'ultimo libro degli autori o al più famoso. Sia Nothomb che Parks nella sala della biblioteca di Brugherio hanno avuto tempo e modo di raccontare di sé e della propria storia, professionale e, a tratti, personale. Del loro essere lettori di libri, oltre che scrittori, e anche lettori della realtà attuale e vissuta. Ecco allora l'autrice belga confessare di sentirsi ben poco belga, ironizzando su assurde feste del vicinato a cui si rifiuta di partecipare. E poi Parks dipingere l'Italia e gli italiani attraverso aneddoti vissuti sulla propria pelle, un po' da italiano d’adozione.
Se le domande di Corsellini hanno spaziato tra tanti titoli e citazioni, ampliando l'idea che ci si può fare di un autore noto più per fama che per libri realmente letti, quelle del pubblico hanno completato l'opera. Lo si può dire, una volta tanto, perché ciascuna mano alzata nascondeva una sentita curiosità e trasudava di una passione per la lettura autentica. Sondando nelle abitudini personali o "curiosando" negli attrezzi del mestiere dei due autori, i presenti hanno mostrato di apprezzare BRUMA e di voler cogliere appieno e al volo l'opportunità che una iniziativa come questa fornisce a chi esce in una sera di “non ancora primavera”, anche in coincidenza con importanti partite di calcio in tv.
Camilla Corsellini e Amèlie Nothomb (Foto di Elisabetta Raimondi)
Aspettando BRUMA 2018, Camilla Corsellini assieme a Vorrei, media partner della rassegna, fa un bilancio delle serate vissute e guarda alle prossime da inventare innovando .
Quali riscontri ha avuto questa decima edizione con svolta internazionale?
Un riscontro incredibile di pubblico e di attenzione da parte dei media.La serata con Amélie Nothomb ha visto la presenza di quasi trecento persone e grande successo ha avuto anche quella con Tim Parks. Un segno incoraggiante che dimostra che offrire progetti culturali di qualità premia.
Cosa ti ha colpito della prima serata, con Amélie Nothomb?
Nothomb è una scrittrice molto generosa nel raccontarsi, ma riesce sempre a mantenere una parte di mistero, una zona d'ombra che continua a incantare i lettori.
E di quella con Tim Parks?
Parks è uno scrittore molto ironico, ma ha anche una grande forza nel raccontare l'incomunicabilità nel nucleo famigliare e il confine che ci separa dagli altri.
Come è cresciuta e si è evoluta BRUMA, dalla sua nascita ad oggi?
Dopo dieci anni BRUMA è diventato un format che racconta in serate monografiche un autore, una formula molto amata dagli scrittori che amano ripercorrere la loro bibliografia. Abbiamo preferito concentrarci su un solo autore ad incontro per raccontare al meglio segreti del mestiere, abitudini, ossessioni.
Nel futuro resterà aperta ad autori stranieri? Hai in mente altre novità per l'undicesima edizione?
L'apertura ad autori stranieri è una delle possibilità che stiamo considerando per la prossima edizione. Senza dubbio sono in arrivo novità. Ci piace metterci alla prova con nuove sfide.
Come scegli gli ospiti delle varie edizioni?
Gli scrittori che scegliamo di ospitare sono autori-mondo con una vasta bibliografia e un preciso modo di interpretare la realtà.
C'è una edizione di quelle passate che ti è rimasta particolarmente impressa? Perché?
A BRUMA abbiamo fatto incontrare per la prima volta Mario Calabresi e Umberto Ambrosoli, due uomini le cui vite sono state travolte, seppure in modo diverso, dalla Storia del nostro paese. Vederli confrontarsi è stata una grande emozione.
Quali difficoltà si incontrano nell'organizzare una rassegna letteraria a Brugherio, in generale in Brianza, con la vicinanza di Milano, città ricca di appuntamenti e rassegne?
Dopo più di dieci anni di lavoro negli eventi posso dire che la provincia italiana riserva grandi sorprese. Il pubblico in provincia è spesso più ricettivo e più interessato di quello delle grandi città. Alla base del successo di un evento poi c'è sempre un gruppo di lavoro che funziona. Nel nostro caso la sinergia tra la Biblioteca e il Comune di Brugherio e la mia agenzia, Bookteller Eventi Letterari, è stata fondamentale per la riuscita di BRUMA. Un ringraziamento particolare va a Vorrei, nostro media partner, e a Christian Dellavedova che ha realizzato le splendide illustrazioni di questa edizione.
Lo staff di Bruma 2017 (foto tratta dalla pagina Facebook della rassegna, così come quella di apertura)