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Ben 8.400 tonnellate di CO2 emesso per potere organizzare, far svolgere e vedere il Gran Premio di Formula 1 del Belgio nel 2007. Questo il risultato dello studio effettuato dal prof. Pierre Ozer del Dipartimento di Scienze e Gestione dell’Ambiente dell’Università di Liegi.

Pur con le dovute avvertenze, leggibili nelle premesse dello studio, l’autore si è fatto carico di quantificare le emissioni da CO2 prodotte da ogni singolo segmento della filiera durante lo svolgimento della manifestazione motoristica belga.

Naturalmente ogni Gran premio di F1, per caratteristiche e dislocazione, ha proprie peculiarità che non possono essere riproposte in modo automatico. Si possono però abbozzare alcune valutazioni di massima.

Ricordiamo al lettore che l’autodromo di Spa – Francorchamps è situato circa 50km a sud-est di Liegi e lì si corre un Gran Premio di Formula 1 a partire dal 1950. Il tracciato originario della pista è datato 1924, quasi la stessa età di quello di Monza (1922). E’ lungo 7 km e viene percorso per 44 giri di gara per un totale di 308 km. Come temine di paragone, si faccia conto che nel GP d’Italia 2008 a Monza i piloti hanno percorso 53 giri per complessivi 307 km. Nell’autodromo brianzolo, però, il tracciato è un po’ meno lungo di quello belga, arrivando cioè circa a 5,8 km.

La ricerca parte dall’analisi dei consumi delle vetture Formula 1: ben 75 litri di carburante per percorrere 100 km (secondo Max Mosley, presidente della Fia) pari a 16,1 tonnellate di CO2 emesso, considerando che 22 i bolidi percorrono 44 giri, più il giro di posizionamento, quello di riscaldamento e quello finale ( un totale di 329 km complessivi per vettura).

L’autore analizza quindi la filiera della F1 ed in particolare quanto CO2 viene emesso per produrre i pneumatici, per la loro distruzione, e per la fabbricazione stessa di una F1, per un totale di 54,4 tonnellate di CO2.

La parte più interessante è però quella relativa agli spostamenti. Il prof. Ozer distingue quelli effettuati dai 65.000 spettatori paganti in Belgio nel 2007, a seconda delle diverse provenienze e dei mezzi di trasporto utilizzati (auto, aereo, treno), arrivando così a stimare la ragguardevole quantità di 6.273,2 tonnellate di CO2 emesso unicamente per recarsi ad assistere al GP del Belgio.

E’ stato poi calcolato che giornalisti e fotografi presenti alla manifestazione, tenendo conto della provenienza e del mezzo di trasporto utilizzato, aggiungono al dato altre 627,6 tonnellate di CO2 (più 1,8 tonnellate per le riprese dall’elicottero per le 3 ore di gara).

La quarta parte delle valutazioni di Ozer riguarda gli spostamenti dei piloti e dei loro staff tecnici.

Infine sono state analizzate altre voci: il volo degli elicotteri per il trasporto dei Vip e la distruzione ( o smaltimento) dei rifiuti conseguenti alla tre giorni di gare.

Si arriva così alle seguenti quantità (in tonnellate di CO2 prodotte): F1 e spostamento scuderie: 555,0 (6,6%); spostamento dei giornalisti: 629,4 (7,5%); spostamento degli spettatori: 6.975,7 (pari all’83%); altri spostamenti (sicurezza, ecc): 239,9 (2,9%).

Il totale è appunto di ben 8.400 tonnellate di CO2 emesso per potere organizzare, far svolgere e vedere il Gran Premio di F1 del Belgio 2007.

La voce più ragguardevole riguarda, come già notato, gli spostamenti, ed alcune contromisure potrebbero essere prese in tal senso. Ma la produzione di CO2 non è che uno degli aspetti di un GP di F1. Altri, come ad esempio il rumore emesso dai bolidi, sono, anche a detta degli organizzatori, difficilmente eliminabili.

Per Monza poi, ai danni ambientali citati se ne aggiungono altri dovuti al permanere dell’autodromo in un parco storico vincolato da numerose leggi di tutela. Una presenza quindi difficile da gestire e controllare nei suoi aspetti più delicati, dato che nei periodi di svolgimento delle gare è invaso da decine migliaia di tifosi, dai modi non sempre civili.


Gli autori di Vorrei
Giorgio Majoli
Giorgio Majoli

Nato nel 1951 a Brescia, vive a Monza dal 1964. Dal 1980 al 2007, ha lavorato nel Settore pianificazione territoriale del Comune di Monza, del quale è stato anche dirigente. Socio di Legambiente Monza dal 1984, nel direttivo regionale nei primi anni ’90 e dal 2007, per due mandati (8 anni). Nell’esecutivo del Centro Culturale Ricerca (CCR) di Monza dal 1981. Ora pensionato, collabora come volontario, con associazioni e comitati di cittadini di Monza e della Brianza, per cercare di migliore l’ambiente in cui viviamo.Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.