Si chiama Parkrun ed è una corsa non competitiva che a livello internazionale riunisce tanti appassionati e coinvolge tante aree verdi sparse per il mondo. In Italia si tiene al Parco Nord di Milano. E Monza?
L'
okay dell’amministrazione, a cui costerebbe “ZERO” euro, almeno due volontari, un seguito di corridori del weekend, e parkrun nel parco di Monza non solo sarebbe fattibile, ma diventerebbe una delle migliori d’Italia, considerata la bellezza della location in cui ci si troverebbe a fare jogging. In verità non si tratta di semplice, checché lusinghiero, fare jogging: parkrun è una corsa gratuita, in cui viene stilata una classifica poi inviata a tutti i partecipanti. Ovviamente, si può anche scegliere di camminare, semplicemente: l'importante è esserci e respirare a pieni polmoni l'aria fresca del parco e la buona compagnia. E’ un fenomeno mondiale, in Italia l’iniziativa è nata intorno al 2014, da mesi e mesi è arrivata anche a Parco Nord dove si corre tutti i sabati mattina, alle 9, con ritrovo fissato 15 minuti prima del via alla “run station” La42, al civico 283 di viale Suzzani. Il percorso è tutto nel verde, per partecipare basta registrarsi la prima volta che si corre, sul sito di parkrun, dove è possibile anche vedere i partecipanti, le statistiche, i tempi migliori realizzati.Con tutto il rispetto per il Parco Nord, anche piuttosto comodo da raggiungere da Monza e dintorni, viene spontaneo, date le dimensioni del “nostro” Parco, chiedersi “perché qui niente?”. Non c’è una risposta ufficiale, e nemmeno una sola risposta giusta, si può intuire o ipotizzare autonomamente il motivo dell’assenza di parkrun a Monza ragionando a ritroso, esplorando cosa occorre per realizzarne una.
Sia in Italia, sia nel resto del mondo serve semplicemente una persona che si impegni a ricoprire il ruolo di Run Director e a organizzare la corsa TUTTI i sabati alle ore 9, attivandosi presso la municipalità e l'Ente Parco per ricevere il permesso allo svolgimento delle corse. Ci sarebbe anche un percorso di 5 Km, da individuare, ma con tutti quelli presenti nel Parco di Monza, basterebbe solo capire quale potrebbe essere il migliore, il più convincente per il parkrun Global che lo deve approvare.
Lo scoglio "più difficile" per organizzare nuove parkrun è trovare il Run Director e i volontari di parkrun, perché nessuno è in alcun modo retribuito, è vero anche, però, che ne bastano due di volontari, uno che faccia il cronometrista, l’altro che scansioni i codici dei partecipanti. Qualche volontario “di scorta” in caso di raffreddore o di impegni del Run Director, è auspicabile trovarlo, ma sulla carta, per avere parkrun anche a Monza servono tre appassionati e disponibili e l’okay dell’amministrazione che, dal punto di vista dei costi, non deve sganciare nemmeno un euro a fronte invece di numerosi benefici per tutto il territorio. Sì, perché un evento, anzi, un appuntamento continuativo e di respiro internazionale come questo, non fa bene solo alla salute di chi corre quei 5 Km, bensì a tutta l’area.
Parkrun ha oltre 3 milioni di iscritti nel mondo che ogni sabato disputano oltre 1000 corse, riuscire ad inserire Monza e il suo parco nella lista, sarebbe un modo per farli conoscere e per promuoverli. Gratuitamente e in un contesto virtuoso, coerente, ampio.
Che parkrun non sia “la corsetta tra amici” messa anche on line, lo dimostrano i fatti, non quelli sbandierati sul social da chissà quale parte del mondo. Chi partecipa regolarmente al parkrun del Parco Nord di Milano, provare per credere, può infatti vedere coi propri occhi come vengano ormai sempre ospiti dalle parkrun del resto del mondo, da Inghilterra, Australia e Russia, oltre che da Polonia, Spagna, Usa, Canada, Nuova Zelanda, Irlanda, Sud Africa e Francia.
Spiando bonariamente nel gruppo di persone che ogni sabato alle 9 si trovano Parco Nord, si trovano anche degli “special guest” italiani: Giorgio Calcaterra, ad esempio, che si è aggiudicato per tre volte il titolo di campione del mondo nella 100 km di ultramaratona e ha vinto per 11 volte consecutive la 100 km del Passatore. Katia Figini, campionessa di ultramaratone e coach, e un emozionato Franco Tonoli, sportivo nell'anima, che dopo un gravissimo incidente che lo ha reso paraplegico è tornato a camminare grazie a un esoscheletro.
La presenza di parkrunners non nativi, non è solo simpatica, perché “fa integrazione” oppure perché “già che ci sono, esercito un po’ anche l’inglese”: si tratta in 9 casi su 10 di persone con buona capacità di spesa che vengono in Italia in occasione di giri turistici o visite di più giorni. Si dedicano allo shopping, gli inglesi soprattutto, e amano la buona cucina italiana: questi loro “vizi” si traducono in potenziali entrate economiche per negozi, bar e ristoranti del territorio.
Oggi la giovane parkrun del Parco Nord di Milano può contare su uno "zoccolo duro di parkrunners locali" di circa 20 persone a cui si aggiungono ospiti che cambiano a ogni evento. IdeeGreen.it, sponsor nazionale di parkrun, sta aiutando parecchio nella crescita dei partecipanti e ha pensato anche di adottare un albero, situato a 50 metri dalla partenza della parkrun, il primo, con cui partecipa al "Adotta un albero”.