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La premessa di Maurizio Oliva, Italia Nostra, e le conclusioni di Atos Scandellari, Legambiente,
alla serata sul PGT di venerdì 11 marzo al Binario 7.

Pubblichiamo i due interventi dei rappresentanti delle associazioni ambientaliste che hanno aperto e chiuso l'incontro con il sindaco Mariani e l'assessore Clerici dell'11 marzo 2011 sulla variante al PGT che l'Amministrazione comunale di Monza sta promuovendo in questi mesi. Nei prossimi giorni gli interventi dei comitati di quartiere

 

INTRODUZIONE DI MAURZIO OLIVA
Presidente Italia Nostra Monza

Grazie dott. Losa. Grazie anche al Sindaco Marco Mariani e all’Assessore al Territorio Silverio Clerici, per aver accettato di partecipare oggi a questo confronto pubblico con noi associazioni e comitati. Perché questo confronto? Non appena circolarono, lo scorso anno, le prime notizie circa la preparazione da parte dell’Amministrazione Comunale di una nuova importante Variante al PGT (raccolte e portate all’attenzione del pubblico proprio da Il Cittadino) le associazioni presenti a Monza anche nella tutela del territorio, dell’ambiente e del paesaggio si sono subito allarmate. Ma come, Monza si è appena dotata, tra le prime città in Lombardia di un nuovo strumento di pianificazione urbanistica (sicuramente non il migliore) e già dobbiamo pensare di variarlo pesantemente? Perché?

Non abbiamo fatto a tempo a trovare una risposta che non fosse banale che gli eventi sono corsi avanti. L’affacciarsi dei primi interventi conseguenti alla fase finale di adozione dell’attuale PGT e il delinearsi di quella che sarebbe stata la variante presentata poi in Consiglio Comunale ha mosso i cittadini alla base. Vie e quartieri, tra quelli più impattati, si sono costituiti in comitati, sono state raccolte migliaia di firme in appoggio a mozioni e appelli rimasti poi nei cassetti dei destinatari. Nell’incontro pubblico “Monza cementificata” da noi organizzato il 24 novembre in Sala Maddalena non c’erano più posti neanche in piedi.

L’idea che la Monza diversa da Milano sparisca definitivamente in pochi anni sotto un’altra e definitiva colata di cemento che farà strage di gran parte delle aree agricole, degli spazi verdi fra le zone già urbanizzate aumentando persino la densità urbana nei quartieri centrali non solo spaventa tutti ma ripugna alle intelligenze. Nessuno vuole Monza trasformata in una indistinta periferia urbana di Milano. Non basta il marketing dell’informatore comunale per far credere in un luminoso futuro della città che si sviluppa nei “poli”. Ma quali poli: quello tecnologico che qualunque comune d’Italia si sta inventando per far credere di essere innovativi (il nostro sarebbe peraltro ad un tiro di sputo da quello di Sesto sicuramente più attraente per gli investitori)? Ma è bella l’idea del polo: sì, vogliamo anche noi un polo, uno solo polo: vogliamo il polo agricolo!

E che dire di tutti questi nuovi insediamenti residenziali (che si aggiungono alle migliaia di vani vuoti): da dove dovrebbero arrivare i flussi migratori per riempire tutte queste case? Dai paesi del Mediterraneo? Dal ricco Nord Europa? O saranno tutte nuove famiglie brianzole dal momento che ogni insediamento prevede asili nido a gogò (utilissimi con una natalità prossima allo zero, bella idea) e parchetti di copertina (sì, quelli che si fanno per far contenti gli ambientalisti: quattro alberelli a manico di scopa neanche utili ai cani per far pipì). Non convince il ragionamento secondo il quale fatto 100 il volume di quanto prevede la Variante in realtà (causa la crisi, i tempi, l’oroscopo, etc.) se va bene – cioè se va male, nella logica dell’Amministrazione - costruiranno sì e no il 20. Che ragionamento: allora perché non prevedere subito 20? E i diritti poi acquisiti degli altri 80?

Non parliamo poi della svalutazione del patrimonio immobiliare esistente: con tutto questo nuovo andiamo ad impoverire quel poco che hanno le famiglie ammazzando definitivamente e per anni il mercato locale. Saremo tutti più poveri (altro che patrimoniale!). Questo è il frutto dell’urbanistica contratta, il frutto peggiore. Insomma parliamo di un Piano di Governo del Territorio (PGT) dove, francamente, non vedo la “G”, non vedo il “Governo”. Governare vuol dire decidere, fare scelte ma esclusivamente nell’interesse della collettività. Sappiamo che la principale ragione addotta a sostegno della Variante è quella di tenere in piedi le casse comunali: le finanziarie, il patto di stabilità, Roma birichina, etc.. Gli oneri di urbanizzazione sono l’unica valvola di sfogo, dicono (anche se alcuni esempi virtuosi mostrano il contrario). Certo, potrei cercare, qui e ora ,di convincervi che una volta urbanizzato tutto il gioco è finito.

Ma, questa ragione – che è una ragione indiscutibilmente forte- viene oggi meno. Signor Sindaco, applaudiamo con lei l’approvazione della riforma fiscale municipale: 24 milioni di Euro in più per Monza risolvono il problema, fanno venire meno –per fortuna- questa ragione per edificare tutto l’edificabile. Allora perché insistere? Per l’industria delle costruzioni? Con tutte le aree dismesse da recuperare, con il restauro e la manutenzione del patrimonio immobiliare esistente (pubblico e privato) ce n’è per tutti.

Caro Sindaco, i cittadini chiedono a Lei - Primo Cittadino - di essere davvero un grande Sindaco: con coraggio stia dalla parte di tutti noi. Vuole essere ricordato come il Sindaco dell’ultimo sacco alla città? Torni ad essere il Sindaco del Piano Benevolo. E’ il momento delle scelte importanti. Ci faccia sognare. Ci faccia credere. Signor Sindaco, ci faccia sentire orgogliosi di averla come nostro Primo Cittadino: blocchi la procedura di approvazione di questa Variante: la sua città, la nostra città, le sarà riconoscente ora ed in futuro. Grazie.

 

LE CONCLUSIONI DI ATOS SCANDELLARI
Presidente di Legambiente Monza.

Per concludere, vorrei ricordare l’indagine uscita da un’indagine condotta da Renato Mannheimer, nell’ottobre scorso, per la Provincia di Monza e Brianza sulle qualità di questo territorio. I brianzoli ammisero che in Brianza si vive bene, ma si potrebbe anche stare meglio. Otto intervistati su dieci, ritengono importanti, sul territorio, la disponibilità di verde e la qualità dell’aria; molto più di: formazione, rifiuti o cultura.

Tra le cosa da migliorare hanno posto, tra i primi quattro, in ordine di importanza, tre temi legati all’ambiente: lavoro (62%), qualità ambientale (48%) mobilità e trasporti (44%), e smaltimento rifiuti (33%). Questi dati dimostrano che i cittadini sono molto attenti alle problematiche ambientali e alla qualità della vita. Molto di più di quanto i nostri politici non comprendano. Monza, capoluogo della Provincia, dovrebbe essere la città trainante per queste aspettative dei cittadini e invece:

1) siamo la principale città in Lombardia in fatto di inquinamento atmosferico; 2) abbiamo tra le maggiori densità abitative in provincia; 3) la percentuale di occupazione di suolo è tra le più alte; 4) Siamo tra i maggior possessori di auto per famiglia. Questa sera abbiamo qui i cittadini che vogliono una città diversa e una qualità della vita migliore. Cittadini che è doveroso ascoltare perché loro sono la maggioranza. Smettiamola di identificare la città con quei quattro gatti che presentano le osservazioni al PGT chiedendo nuove edificazioni.  Dobbiamo avere il coraggio di dimostrare che, anche per una città di medio-grandi dimensioni, sia possibile perseguire uno sviluppo con il consumo di suolo uguale a zero.

Gli autori di Vorrei
Giorgio Majoli
Giorgio Majoli

Nato nel 1951 a Brescia, vive a Monza dal 1964. Dal 1980 al 2007, ha lavorato nel Settore pianificazione territoriale del Comune di Monza, del quale è stato anche dirigente. Socio di Legambiente Monza dal 1984, nel direttivo regionale nei primi anni ’90 e dal 2007, per due mandati (8 anni). Nell’esecutivo del Centro Culturale Ricerca (CCR) di Monza dal 1981. Ora pensionato, collabora come volontario, con associazioni e comitati di cittadini di Monza e della Brianza, per cercare di migliore l’ambiente in cui viviamo.Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.