In bicicletta contro la Variante al PGT di Monza, contro le colate di cemento nelle aree agricole e per salvare il canale
Si è svolta nel pomeriggio del sabato 7 maggio, la prevista manifestazione lungo il canale Villoresi indetta dai comitati, dalle associazioni, dagli studenti e dai diversi gruppi politici che a Monza contrastano la variante al PGT, che, come noto, prevede la cementificazioni di tutte le maggiori aree agricole in città e, non solo di quelle. Una folta e vivace rappresentanza di cittadini, circa 150 persone, è partita sia da S. Albino che dalla zona della Boscherona, a ovest, per confluire poi tutti di fronte alla Cascinazza, la madre di tutte le tentate speculazioni edilizie in Città.
Durante il percorso, numerose sono state le fermate e i luoghi di ritrovo dove gli oratori improvvisati hanno illustrato cosa potrebbe accadere qualora il PGT della Giunta Mariani fosse approvato. Non sono poi mancate le critiche alla prevista metropolitana a fune che dovrebbe correre, per ben dodici chilometri in sopraelevata, giusto lungo le alzaie dello storico canale Villoresi. Per il Sindaco di Monza, non nuovo a tali proposte trasportistiche, pare una sorta di attrazione fatale.
Come è noto, quel Canale prende il nome dall’ingegnere Eugenio Villoresi che lo progettò nella seconda metà dell’Ottocento, per poi farlo faticosamente realizzare per parti. Il tracciato è lungo 86 chilometri e attraversa oggi una trentina di Comuni compresi tra il Ticino e l’Adda. Le bocche di presa sono alla Diga del Panperduto a Somma Lombardo e quelle di uscita nei pressi del Comune di Crespi d’Adda, un villaggio operaio realizzato alla fine dell’ottocento, raro esempio di archeologia industriale, tutelato sin dal 1995 dall’ UNESCO, come patrimonio mondiale dell’umanità.
Ricordiamo che persino la vecchia legge urbanistica regionale della Lombardia n. 51 del ‘75 tutelava le sponde del Villoresi con una fascia di rispetto di 100 metri, riconoscendo all’opera un valore paesaggistico oltre che come fonte d’irrigazione dei campi posti a sud di quella via d’acqua. Anche per questo motivo, quella prevista linea di trasporto in sopraelevata pare della tutto inopportuna, oltre al fatto che non è stata dimostrata la sua reale fattibilità ingegneristica, economica e della possibile utenza. Parrebbe quasi che quel mezzo sia fatto per consentire invece, attraverso un’ulteriore contrattazione col privato, maggiori edificazioni proprio in quegli ambiti e quei poli già interessati da fortissime concentrazioni volumetriche.
Ma Monza non è Chicago o Parigi e lo stesso costruttore di sistemi similari (VAL, cioè veicolo automatico leggero) ne propone la realizzazione per le città sopra i 300 mila abitanti. Peccato che Monza ne abbia solo 120 mila da trent’anni, fatto salvo che il caso che questo PGT venga approvato e poi realizzato ben oltre ogni suo limite previsto.
Durante l’iniziativa di sabato è stata ribadita la necessità di ripensare integralmente a quello strumento urbanistico che vede, anche in consiglio comunale, forti critiche non solo delle forze di opposizioni, ma anche di alcuni gruppi di maggioranza. Una delle priorità per Monza rimane anche quella della tutela dei corsi d’acqua e delle zone irrigue.
Riportiamo sotto quest’articolo un’interessante mostra allestita dalla Legambiente di Nerviano proprio sul Canale Villoresi, documento che consente di capirne i suoi diversi aspetti storici, idraulici, ingegneristici, paesaggistici e di attrattività.